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Giuseppina Torre: “Il silenzio è complice di chi ci manipola”

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Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Giuseppina Torre, pianista e compositrice, sul suo libro “Un piano per rinascere” e sulla sua storia

Giuseppina Torre

Giuseppina Torre: “Il silenzio è complice di chi ci manipola”

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Giuseppina Torre, pianista e compositrice, sul suo libro “Un piano per rinascere” e sulla sua storia

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Giuseppina Torre: “Il silenzio è complice di chi ci manipola”

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Giuseppina Torre, pianista e compositrice, sul suo libro “Un piano per rinascere” e sulla sua storia

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Ci si chiede spesso cosa spinga una persona a scrivere un libro, a metter nero su bianco pensieri, ricordi, esperienze e talvolta dolori. Nel caso di Giuseppina Torre – pianista e compositrice dal talento cristallino, da qualche settimana nelle librerie con “Un piano per rinascere” (scritto con Barbara Visentin, edito da Solferino) – scrivere è stato un atto necessario: «È stato catartico, liberatorio» ci racconta. «Mettere su carta quello che prima si intuiva solo tra le note ha avuto un peso diverso. Nei miei dischi avevo già parlato del periodo difficile e della rinascita attraverso la musica, ma ora ho raccontato apertamente i miei anni bui, come sono uscita dal tunnel della violenza domestica e come sono rinata. La mia è una storia che dà speranza, che nasce dal buio ma sceglie la luce».

Le sue parole non indulgono nella drammatizzazione, ma si limitano alla verità dei fatti. Una verità dura, fatta di soprusi e manipolazioni, di isolamento e ferite invisibili, che potrà certamente essere utile a chi ancora non ha trovato la forza e il coraggio di reagire: «È stato un atto dovuto, prima di tutto verso me stessa e poi anche verso le donne che vivono situazioni simili o sono vittime di amori tossici» osserva ancora la musicista siciliana. «Molto spesso i segnali non sono chiari né immediati. Dico sempre che la violenza fisica è quella che si vede, ma prima c’è tanta violenza psicologica ed è quella che ho vissuto io. Nel mio caso la violenza fisica è stata solo la punta dell’iceberg. Prima c’era un controllo continuo, una manipolazione mentale costante».

C’è stato anche un altro dolore, più subdolo: quello dato dalla solitudine e dalla diffidenza che l’ha circondata dopo aver denunciato. Un vuoto alimentato da voci infondate e calunnie: «Purtroppo viviamo in una società in cui si giudica in fretta (soprattutto sui social) e si alimentano calunnie e dibattiti velenosi. Io stessa ho subìto gli effetti di una macchina del fango costruita ad arte. Credo che distruggere qualcuno con le parole sia facilissimo, mentre mettersi nei panni di chi è sotto accusa è molto più difficile, ma necessario. L’unico modo che ho avuto per difendermi è stato isolarmi. In questo modo ho capito chi erano i veri amici e chi solo conoscenti. Oggi ho un’idea diversa del concetto di amico o amica: non è chi esce con te il sabato sera, ma chi risponde al primo colpo quando hai bisogno, anche dopo anni di silenzio».

Dice Torre che «serve un lavoro profondo su di noi, sull’etica, sull’umanità. La stiamo perdendo, presi da giudizi affrettati e parole dette per sentito dire. Scrivere questo libro è stato anche un modo per raccontare la mia verità, nero su bianco. E magari chi mi ha giudicato allora, oggi potrà leggere la mia storia con occhi diversi». In questo processo di rinascita la musica è stata fondamentale: «La definisco il mio rifugio, la mia isola felice. E il pianoforte è stato il mio compagno fedele, presente nella buona e nella cattiva sorte. Nella musica ho trovato conforto: ha lenito le mie ferite, mi ha salvata. È stata anche un mezzo di rinascita, perché grazie a lei ho rimesso in discussione me stessa: Giuseppina donna e Giuseppina artista, due facce della stessa medaglia».

Per chi dovesse trovarsi a vivere violenze e soprusi, Giuseppina ha un consiglio chiaro e sentito: «Non chiudersi nel silenzio ma confidarsi con le persone care. All’inizio anch’io ho taciuto, ho sopportato tantissimo. Il silenzio è complice di chi ci manipola, di chi ci vuole male. A tutte le donne dico: non abbiate esitazioni. Al primo segnale, parlate. E agite».

di Federico Arduini

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