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“Io come Daniel Osvaldo, conosco la depressione”: parla Bruno Cirillo

Bruno Cirillo, ex giocatore di serie A, parla della depressione che ha colto anche lui come Daniel Osvaldo e che ha imparato a domare anche contro i tabù

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Il buio affidato ai social dall’ex calciatore dell’Inter e della Roma Pablo Daniel Osvaldo («Da tempo lotto contro la depressione, non mi sento più me stesso, sono disperato») lui lo ha vissuto e affrontato. Ci convive ancora e lo chiama per nome, perché ogni tanto torna a ricordargli che nella vita non va sempre tutto nel verso giusto. «Quelle parole mi hanno toccato il cuore, per qualche istante mi hanno fatto tornare indietro nel tempo quando nei panni di Osvaldo c’ero io» racconta Bruno Cirillo, anche lui ex giocatore in serie A con Inter, Reggina e Siena, oggi osservatore per un’agenzia di procuratori. «Solo chi ha vissuto momenti del genere può capire. La prima cosa che ho fatto è cercare un modo per contattarlo: vorrei scrivergli, dirgli qualche bella parola, dirgli di non mollare».

La depressione ha colto Cirillo nel 2015, pochi mesi dopo la fine della sua carriera da calciatore, quando alla soglia dei 40 anni il futuro era ancora un enigma: «Sono stato un periodo senza fare niente e inconsciamente ho iniziato ad avere paura di quello che sarebbe venuto dopo. Sono caduto in un burrone buio».

In quel momento è arrivata la depressione, con gli attacchi di panico e la paura di morire: «La prima volta sono stato tre giorni in ospedale, mi hanno fatto ogni tipo di controllo e sono risultato sano come un pesce. Ho capito allora che quella sensazione era soltanto dovuta al panico. Da quel momento ho smesso di uscire di casa: lo consideravo l’unico luogo sicuro per me, perché avevo paura potesse succedere di nuovo».

Momenti bui durati mesi. Fino a quando Cirillo – che le cronache ricordano anche per un diverbio con l’interista Materazzi culminato in un pugno poi raccontato in diretta televisiva – ha deciso di affidarsi a uno specialista: «Col tempo ho iniziato a stare bene. Ora sto molto meglio rispetto a prima, ma continuo comunque a conviverci. Io questi momenti di panico li chiamo ‘i miei amici’. Ogni tanto si fanno vivi, stanno con me un’oretta, ci facciamo due chiacchiere e poi vanno via. Però adesso sono un altro Bruno, un po’ più forte e capace di gestirli».

Osvaldo è solo l’ultimo della lunga lista dei calciatori del passato che hanno lamentato problemi di salute mentale mentre erano in attività o quando hanno appeso gli scarpini al chiodo: tra gli altri Buffon, Ronaldo, Beckham, Iniesta, Morata. Fra quelli in attività, l’attuale difensore della Lazio Patric. «Rispetto ai miei tempi, oggi la situazione nel mondo del calcio è migliorata sotto questo aspetto. Si parla del problema, i giocatori vengono aiutati dai mental coach, ma c’è ancora molto da fare» aggiunge Cirillo.

Per esempio sensibilizzare sul tema chi non ha mai avuto a che fare con problemi di salute mentale: «Ho letto sui social molti brutti commenti alla notizia di Osvaldo e sono rimasto senza parole. Si fa sempre riferimento ai soldi, alle cose materiali. Purtroppo la gente non riesce a capire che i calciatori restano persone come tutte le altre, anche se fanno un bel lavoro e ben pagato». Perché quel tipo di male non guarda il conto in banca.

di Giacomo Chiuchiolo

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