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L’arte rende liberi, parla Alessandro Preziosi

Al Festival del Cinema di Roma, Alessandro Preziosi ha presentato due docufilm: “La città macchina – Verona 900” e “Aspettando Re Lear”

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L’arte rende liberi, parla Alessandro Preziosi

Al Festival del Cinema di Roma, Alessandro Preziosi ha presentato due docufilm: “La città macchina – Verona 900” e “Aspettando Re Lear”

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L’arte rende liberi, parla Alessandro Preziosi

Al Festival del Cinema di Roma, Alessandro Preziosi ha presentato due docufilm: “La città macchina – Verona 900” e “Aspettando Re Lear”

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Al Festival del Cinema di Roma, Alessandro Preziosi ha presentato due docufilm: “La città macchina – Verona 900” e “Aspettando Re Lear”

Verona città futurista, Patrimonio dell’Umanità Unesco per la sua struttura urbana e architettonica e le sue mura magistrali. Ma anche una Verona lungimirante, capace da sempre di collocarsi in uno spazio unico tra il passato e il futuro: sono in pochi a sapere, ad esempio, che sul giornale locale “L’Arena” venne pubblicato il Manifesto del Futurismo di Filippo Tommaso Marinetti nel 1909 prima che su Le Figaro.

Il docufilm che la celebra è stato presentato al Festival del Cinema di Roma: “La Città Macchina – Verona 900”, scritto e diretto da Dario Biello in collaborazione con Luce Cinecittà, Fondazione MAXXI e ANRCA e parte del progetto Italia Novecento.

Una perfetta combinazione di cinema e architettura, impreziosita da documenti storici e interviste esclusive (come Milo Manara, Mario Botta, Tobia Scarpa, Ugo La Pietra) tra i luoghi che hanno reso l’urbanistica di Verona unica: dalla casa di Giulietta col suo ‘falso’ balcone voluto da Antonio Avena, ai Magazzini Generali che più plasticamente rappresentano i profondi cambiamenti nell’economia della provincia tra Ottocento e Novecento, passando per l’incredibile Villa Girasole a Marcellise, costruita su rotaie, che ruota su se stessa seguendo il movimento del sole. 

A fare da guida d’eccezione l’attore Alessandro Preziosi, che nel film interpreta un ricercatore e fotografo alla scoperta dell’anima futurista della città. “Noi siamo ancora in un’epoca futurista: abbiamo sotto gli occhi l’espressione a volte sgrammatica di questo inarrestabile progresso nelle nostre città. A volte fa anche paura e viene da chiedersi: quale e quando sarà il punto di arresto?”, si chiede l’attore che a Roma è anche protagonista e regista di un altro progetto di contaminazione “Aspettando Re Lear” con la partecipazione del pittore Pistoletto.

Se nel 2010 Christopher Nolan con il suo film “Inception” aveva profetizzato una città dell’ultrafuturo, con il docufilm di Biello si vuole raccontare l’esempio armonioso di Verona, ignoto ai più. “Io stesso ho imparato tantissimo, è stata una grande opportunità quella di toccare con mano e conoscere a fondo alcuni argomenti che sono propri della nostra storia, come uomini immersi nelle città”.

Il tutto, in chiave documentaristica ma tutt’altro che didascalica: un genere che sta vivendo una nuova e florida giovinezza, spopolando tra i registi e animando il pubblico. “Credo che il grande pregio del genere documentario sia di mettere ordine: aiuta le persone in questa completa digitalizzazione della realtà e abuso di informazioni a farsi un’idea chiara sulle cose.

Non importa se sia l’arte, il teatro, il futurismo o Shakespeare” spiega Preziosi, sottolineando come proprio la riscrittura e la linearità tipica del genere documentario riesca a rispondere più di tutto all’esigenza del pubblico oggi: “Conoscere e imparare, non solo guardare. Ecco spiegato il successo dei biopic, dei docufilm sui grandi personaggi o movimenti culturali. È una linea editoriale forse meno pretenziosa, ma grammaticalmente accessibile” conclude l’attore.

di Raffaela Mercurio

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