app-menu Social mobile

Skip to main content
Scarica e leggi gratis su app

I 50 anni de “L’invenzione di Morel”, parla Alessandro Greco

“L’invenzione di Morel” sarà presentato al prossimo Festival del Cinema: del lascito senza tempo di Emidio Greco ne parliamo con il figlio, Alessandro Greco

|

I 50 anni de “L’invenzione di Morel”, parla Alessandro Greco

“L’invenzione di Morel” sarà presentato al prossimo Festival del Cinema: del lascito senza tempo di Emidio Greco ne parliamo con il figlio, Alessandro Greco

|

I 50 anni de “L’invenzione di Morel”, parla Alessandro Greco

“L’invenzione di Morel” sarà presentato al prossimo Festival del Cinema: del lascito senza tempo di Emidio Greco ne parliamo con il figlio, Alessandro Greco

|
|

“L’invenzione di Morel” sarà presentato al prossimo Festival del Cinema: del lascito senza tempo di Emidio Greco ne parliamo con il figlio, Alessandro Greco

Affascinante, misterioso, visionario. Cinquant’anni fa il cinema italiano conobbe il talento di Emidio Greco, regista fuori dagli schemi che con il suo film d’esordio “L’invenzione di Morel” tracciò un solco, indicando la strada alle generazioni future. Presentato nel 1974 alla Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes e riconosciuto come uno dei migliori esordi nostrani degli anni Settanta, il film verrà proiettato il 27 agosto alla 21° edizione delle Giornate degli Autori, sezione autonoma della Mostra di Venezia che proprio lo stesso cineasta scomparso nel 2012 fondò con Citto Maselli, l’Anac e l’Api.

Tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore argentino Adolfo Bioy Casares, “L’invenzione di Morel” è centrato sulla diabolica macchina inventata dal dottor Morel (interpretato da John Steiner), capace di dare agli esseri viventi un’illusoria immortalità: della realtà sopravvivono unicamente gli aspetti più superficiali. Un naufrago, uno straordinario Giulio Brogi, approda casualmente nell’isola dove lo scienziato compie gli esperimenti, prova a distruggere il terribile meccanismo ma ne rimarrà vittima a sua volta. Nel cast anche Roberto Herlitzka, recentemente scomparso, e Anna Karina, musa della Nouvelle vague francese. Cast tecnico di prim’ordine, con la colonna sonora firmata da un giovanissimo Nicola Piovani.

Magnetico e psichedelico, “L’invenzione di Morel” scardinò le regole della fantascienza riflettendo sulla morte, sull’immagine e soprattutto sul rapporto fra cinema e realtà. «Come mi ha insegnato mio padre, i film o resistono al tempo oppure c’è qualcosa che non funziona. Questo film all’epoca non aveva la necessità di aderire a un’idea di contemporaneità» ci racconta Alessandro Greco, figlio di Emidio e produttore e fondatore della società Morel Film. Un’opera frutto di innegabile talento ma anche di grande coraggio: «Se oggi un ragazzo di trent’anni proponesse un film di questo tipo, in cui non si parla per la prima mezz’ora, penso che i produttori scapperebbero, me compreso. Mio padre invece riuscì in questa impresa».

Nel 1974 “L’invenzione di Morel” venne vissuto come una sorta di anticipazione della realtà virtuale e oggi – nell’epoca dell’intelligenza artificiale – i suoi tratti di modernità sono visibili a occhio nudo. Alessandro Greco è stato aiuto regista del padre nei suoi ultimi tre film («Una scuola impagabile») e non ha dubbi su quale sia il suo più grande lascito: «Emidio è sempre stato un outsider, il suo cinema è stato personale e senza compromessi. Ha raccontato soltanto ciò che voleva raccontare. Il suo più grande lascito è l’esempio di come sia possibile ritagliarsi uno spazio senza snaturarsi: ha fatto otto film senza mai dover rinunciare a niente».

Nel 1991 Emidio Greco aprì la Mostra del cinema con “Una storia semplice”, tratto dall’omonimo romanzo di Leonardo Sciascia e ultimo film interpretato in Italia da Gian Maria Volonté: «Fu un’opera importante, grazie alla quale gli proposero tantissimi progetti. Ma lui rifiutò tutto: non li sentiva nelle sue corde. Mio padre aveva una propria idea di cinema, si è preso dei rischi e ha pagato in termini di visibilità e notorietà». Ora la speranza è quella di dare una nuova vita a un film semplicemente straordinario.

di Massimo Balsamo

La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!

Leggi anche

Tornatore: “Il cinema italiano intrecciato con la Mostra di Venezia”

05 Settembre 2024
Quest’anno a Venezia 81 Tornatore è in giuria: “Nuovo Cinema Paradiso mi sorprende sempre” – e s…

“Il regista? Un testimone silenzioso”, parla Ciro De Caro, regista di Taxi Monamour

03 Settembre 2024
Presentato in concorso a Venezia nelle Giornate degli Autori, Taxi Monamour è un viaggio intimo …

Essere donna senza etichette, parla Yvonne Sciò

28 Agosto 2024
Dalla pubblicità al cinema fino alla regia di documentari sul variegato universo femminile: inte…

La Notte dei Serpenti, Melozzi: “Un cortocircuito generazionale”

23 Agosto 2024
Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Enrico Melozzi, Maestro e direttore artistico de La No…

LEGGI GRATIS La Ragione

GUARDA i nostri video

ASCOLTA i nostri podcast

REGISTRATI / ACCEDI