Nuovospaziotempo, parla la cantante Emma Nolde
Nel suo nuovo album “Nuovospaziotempo” emergono una profondità e una preparazione che non ci si aspetterebbe da un’artista così giovane. Le parole di Emma Nolde
Nuovospaziotempo, parla la cantante Emma Nolde
Nel suo nuovo album “Nuovospaziotempo” emergono una profondità e una preparazione che non ci si aspetterebbe da un’artista così giovane. Le parole di Emma Nolde
Nuovospaziotempo, parla la cantante Emma Nolde
Nel suo nuovo album “Nuovospaziotempo” emergono una profondità e una preparazione che non ci si aspetterebbe da un’artista così giovane. Le parole di Emma Nolde
Nel suo nuovo album “Nuovospaziotempo” emergono una profondità e una preparazione che non ci si aspetterebbe da un’artista così giovane. Le parole di Emma Nolde
Un luogo comune che imperversa quando si parla dei giovani artisti di oggi è che manchino di profondità, che non abbiano le basi e le capacità per essere dove sono. E se è pur vero che ogni luogo comune che si rispetti ha la propria buona dose di verità, esistono le eccezioni. Oggi vi scriviamo di una di queste, che prende il nome di Emma Nolde e ha pubblicato venerdì scorso il suo terzo album in studio: “Nuovospaziotempo”. L’occasione perfetta per scambiarci quattro chiacchiere.
«Questo disco è nato tutto a Livorno, sono due anni e mezzo che ci lavoriamo. Avevo voglia di non mettere barriere nelle canzoni, di non creare ostacoli che facciano inciampare chi le ascolta. A volte, con strutture un po’ complesse o produzioni poco accessibili, si rischia di porsi su un piedistallo e alla fine le canzoni non riescono a raggiungere chi le ascolta come dovrebbero» dice a “La Ragione”. Emma ha 24 anni, ma parlando con lei e ascoltando questo disco emergono una profondità e una preparazione che non ci si aspetterebbe da un’artista così giovane. Basti pensare al fatto che “Nuovospaziotempo” è a tutti gli effetti un concept album, in un concatenarsi di atmosfere che ruotano intorno al concetto di tempo: «È presente in tutte le canzoni ed è anche il motivo per cui ho dato questo nome all’album. Ho scelto il termine “Nuovo” perché vorrei riscrivere il modo in cui vivo le mie giornate, cercando di farlo a un ritmo più umano. Al giorno d’oggi tutto va così veloce e la maniera in cui viviamo le nostre vite mi sembra eccessiva. Non abbiamo più momenti in cui ci fermiamo davvero, fino a quando non chiudiamo gli occhi e ci addormentiamo profondamente. Non ci sono più pause consapevoli né istanti in cui noi stessi, qualcosa o qualcuno ci imponga di fermarci. Il mio obiettivo è creare un mio nuovo spazio-tempo per vivere a un ritmo più adatto a me, piuttosto che al ritmo frenetico imposto dal mondo» ci spiega Emma.
Le undici tracce che compongono l’album sono un mix di ritmo ed energia, sospensione e malinconia, specchio dei diversi racconti che la voce di Emma – qui potente, lì tenue e sottile quasi in un sospiro – va tratteggiando, costruendo una sorta di unica grande traccia: «Abbiamo cercato di dare alle canzoni quel senso di continuità come quei giorni che sembrano non finire mai, quando le giornate si sovrappongono una con l’altra. Ho provato a fare in modo che l’introduzione del disco rappresentasse questa scansione continua del tempo. La traccia che mi piace di più è “2”, che in qualche modo ci riporta alla realtà. L’ultimo brano l’ho registrato col telefono, un oggetto che in realtà detesto ma che rappresenta bene il ritorno al presente. Abbiamo fatto passare quell’audio attraverso le casse dello studio, come se – dopo tutto questo viaggio nel tempo – fossimo tornati al punto di partenza, in studio con Andrea (Pachetti, il produttore ndr.), io e lui a finire il disco. Alla fine ci facciamo una risata e mi piace pensare che questa storia, a differenza di quei giorni infiniti, abbia un vero inizio e una vera fine».
Oggi l’industria musicale corre e le canzoni escono e spariscono nel giro di un battito di ciglia: «Chi crea tende a passare ciclicamente dal costruire al distruggere, ed è giusto così. Ma forse a farlo non è soltanto chi crea: è una dinamica che vediamo anche nelle storie e nei rapporti. Sembra che, per poter iniziare qualcosa di nuovo, ci sia sempre bisogno di smontare e lasciar andare ciò che abbiamo vissuto. Con questo disco vorrei invece non avere la necessità di farlo. Mi piacerebbe continuare a considerarlo importante, senza doverlo mettere da parte per passare a qualcos’altro».
Fra le collaborazioni che impreziosiscono questo album spicca quella con Niccolò Fabi in “Punto di vista”: «Il suo “Una somma di piccole cose” è stato il primo album in italiano che mi ha tolto il respiro e mi ha fatto innamorare, portandomi a scrivere musica nella nostra lingua. Avevo 15 anni e così fra me e lui, anche prima che mi conoscesse, si era già formato un legame stupendo, di confidenza. Ero già sua amica prima di conoscerlo». Emma sarà in tour dal 29 novembre, partendo dalla sua Livorno e toccando buona parte dello Stivale.
di Federico Arduini
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Tag: musica, Musica italiana
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