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PFM, venerdì esce “PFM canta De André”: “Una tribù per Fabrizio “
Venerdì 21 febbraio sarà senza dubbio una data da segnare sul calendario per gli appassionati di musica prog italiana: esce PFM Canta De André Anniversary
PFM, venerdì esce “PFM canta De André”: “Una tribù per Fabrizio “
Venerdì 21 febbraio sarà senza dubbio una data da segnare sul calendario per gli appassionati di musica prog italiana: esce PFM Canta De André Anniversary
PFM, venerdì esce “PFM canta De André”: “Una tribù per Fabrizio “
Venerdì 21 febbraio sarà senza dubbio una data da segnare sul calendario per gli appassionati di musica prog italiana: esce PFM Canta De André Anniversary
Venerdì 21 febbraio sarà senza dubbio una data da segnare sul calendario per gli appassionati di musica prog italiana: esce PFM Canta De André Anniversary
Venerdì 21 febbraio sarà senza dubbio una data da segnare sul calendario per gli appassionati di musica prog italiana: esce PFM Canta De André Anniversary, il nuovo album live della Premiata Forneria Marconi in formato doppio CD (disponibile il 28 febbraio anche in digitale e doppio vinile). Registrato durante il tour PFM Canta De André del 2023/2024, il disco celebra l’85° anniversario della nascita di Fabrizio De André, avvenuta il 18 febbraio 1940. Questo progetto omaggia i 45 anni dall’incontro tra la storica band prog e il grande cantautore genovese, un legame che ha lasciato un segno indelebile nella musica italiana, fondendo il rock progressivo con la poesia della canzone d’autore. “Questo disco non ha età: è uscito 40 anni fa, ma avrebbe potuto essere pubblicato ieri o tra altri 40 anni. È una perla senza tempo, che continua a risuonare nell’aria. I ragazzi di oggi hanno sempre più bisogno di punti di riferimento, qualcosa in cui credere. Forse la cosa più grave è proprio questa: molti di loro non credono in nulla. Fabrizio è uno di quelli in cui vale la pena credere, perché il suo talento era originale, fuori dagli schemi e lontano dalla banalità del quotidiano. Ogni volta che lo ascolti, trovi qualcosa di nuovo. Più cresci come persona, più scopri nelle sue parole un significato che si adatta alla tua condizione del momento. Un ragazzo di 14 anni può trovare nelle sue canzoni qualcosa che lo colpisce, così come una persona di 70 anni, grazie alle molteplici chiavi di lettura e alle emozioni che trasmette”, ha raccontato Patrick Djivas, storico bassista della band.
Sugli arrangiamenti, Franz Di Cioccio ha spiegato: “Non abbiamo rivisitato gli arrangiamenti perché non ne sentivamo la necessità. I brani sono rimasti intoccabili proprio perché fanno parte della storia. I ragazzi di oggi trovano più soddisfazione nel suonare “Il pescatore” nella nostra versione, piuttosto che nell’originale. Portiamo in giro questo progetto esattamente com’era allora, con lo stesso spirito di quei concerti”. Non a caso, Olly, vincitore di Sanremo 2025, ha scelto di riproporre lo storico brano di De André nella serata cover nella versione della PFM. Rispetto al tour di tanti anni fa, però, ci sono alcune differenze: “Abbiamo aggiunto alcuni brani che non avevamo avuto il tempo di eseguire con lui, inclusi alcuni tratti da “La buona novella“. L’avevamo già suonata con Fabrizio, ma all’epoca eravamo solo dei session men; c’era stima reciproca, ma non il legame che si sarebbe creato in seguito. Quando abbiamo pensato a un omaggio per i suoi 70 anni, abbiamo deciso di riarrangiare quei brani in una chiave più vicina alla PFM. Nel concerto, questa parte centrale è uno dei momenti più intensi, percepiti con maggiore entusiasmo, soprattutto dai giovani”. Non a caso, nelle oltre 200 date portate in giro per l’Italia in questi anni, i volti giovani tra il pubblico sono sempre stati molti. Sull’incontro con De André, Di Cioccio ha raccontato: “Fabrizio resta il maestro dei maestri. Ebbe il coraggio di avvicinarsi a noi, che facevamo musica per il piacere di farla, componendo non semplici canzoni, ma vere e proprie suite. Lui lo capì subito e insieme trovammo la chiave per trasformare le sue canzoni in qualcosa di ancora più potente, dando loro uno spazio musicale e artistico molto forte, senza limitarci a un semplice accompagnamento. Negli anni ‘78-‘79, la PFM sperimentava continuamente. Non esiste ‘la canzone giusta al momento giusto’, esiste solo la musica che nasce dalla capacità di suonare e di esprimersi attraverso gli strumenti. Nessuno di noi aveva mai pensato di fare il cantautore”.
E dire che in tanti avevano sconsigliato a Fabrizio di lavorare con la band: “Uno come De André non accettava imposizioni da nessuno: se voleva fare qualcosa, la faceva. Pensiamo al celebre passaggio di Bob Dylan all’elettrico… e Dylan piaceva molto a Fabrizio, tanto da influenzare la sua decisione finale. Prima di realizzare quel disco, aveva tutta Italia contro. Nessuno gli aveva suggerito di collaborare con ‘i capelloni’, eppure lo fece. Noi eravamo la tribù che lo proteggeva. Poi, come spesso accade, una volta fatto il passo, tutti sono saliti sul carro”, ha raccontato Djivas. Ma le chicche non sono finite qui: “Quando Fabrizio si è deciso a procedere con il progetto, mancava poco tempo, così abbiamo scelto di lavorare sugli arrangiamenti in modo diverso: abbiamo sviluppato la base dividendoci 4-5 brani a testa, lavorandoci direttamente a casa. È per questo che ogni brano ha una sua identità precisa: ogni canzone ha una caratteristica nuova, una diversità che lo distingue dagli altri. Fabrizio era un bravo chitarrista, ma suonando sempre da solo faceva fatica a inserirsi in un gruppo. Così, invece di fare ‘Fabrizio con la PFM’, abbiamo fatto il contrario: nelle sue casse spia aveva solo la sua chitarra e la sua voce, in modo da potersi esprimere come aveva sempre fatto. E noi suonavamo seguendolo. Il risultato? Perfetto”. A partire dalla fine di aprile, la PFM tornerà in tour con “Doppia Traccia”, un live che si articolerà in due parti: la prima dedicata ai brani della band, la seconda a quelli di De André. “Abbiamo anche una novità in arrivo, e non bisognerà aspettare troppo a lungo” ha anticipa Djivas.
di Federico Arduini
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