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Pinguini Tattici Nucleari: dalla provincia agli stadi sold out

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I Pinguini Tattici Nucleari rappresentano uno dei modelli più solidi di band con una lunga gavetta prima di raggiungere il successo, che ora si godono con tour sold out negli stadi

Pinguini Tattici Nucleari

Pinguini Tattici Nucleari: dalla provincia agli stadi sold out

I Pinguini Tattici Nucleari rappresentano uno dei modelli più solidi di band con una lunga gavetta prima di raggiungere il successo, che ora si godono con tour sold out negli stadi

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Pinguini Tattici Nucleari: dalla provincia agli stadi sold out

I Pinguini Tattici Nucleari rappresentano uno dei modelli più solidi di band con una lunga gavetta prima di raggiungere il successo, che ora si godono con tour sold out negli stadi

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Fra le polemiche che più spesso si levano sulla nuova scena della musica italiana, spicca senza dubbio quella secondo cui molti giovani artisti sarebbero arrivati al successo senza fatica, grazie a scorciatoie, talentsocial o spintarelle. Una visione chiaramente riduttiva e poco fondata: generalizzare è sempre fuorviante e non mancano esempi virtuosi che smentiscono questa vulgata popolare. Fra tutti, i Pinguini Tattici Nucleari rappresentano uno dei modelli più solidi di band con una lunga gavetta prima di raggiungere il successo. In questi giorni il gruppo è a un passo dal concludere (venerdì 4 luglio allo Stadio Olimpico di Roma) la tournée “Hello World – Tour Stadi 2025”, interamente sold out, che lo ha riportato nei principali impianti italiani dopo il trionfale debutto negli stadi di due anni fa, segnando un passo decisivo verso la consacrazione definitiva tra i protagonisti della musica live nazionale.

La band – Riccardo Zanotti, leader e motore creativo nonché voce solista del gruppo; poi Nicola Buttafuoco e Lorenzo Pasini alle chitarre, Simone Pagani al basso, Matteo Locati alla batteria ed Elio Biffi alle tastiere – è ben consapevole dell’importanza di questo traguardo: «Riuscire a portare di nuovo un altro album negli stadi è un onore e una grande sfida» dice Zanotti. «Dopo il Covid comprensibilmente tutti noi abbiamo sentito la necessità di andare a vedere il maggior numero possibile di concerti ed eventi, perché eravamo come in astinenza. Ora le regole sono cambiate. C’è sempre più offerta di eventi dal vivo: se una persona decide di prendere l’auto, i mezzi o persino l’aereo per venire a cantare con te sotto al palco, significa che a te ci tiene davvero. Siamo coscienti che è un privilegio oltre che una grande soddisfazione e ne siamo sempre riconoscenti».

Lo spettacolo messo in piedi ridefinisce i confini delle produzioni nazionali per concept, impatto visivo e dimensione internazionale. Basti pensare al modo in cui lo show è costruito per capire quanta personalità ci sia in ogni scelta della band. Lo spettacolo dei Pinguini Tattici Nucleari si apre in modo spettacolare, con 18 cannoni che sparano 300 kg di coriandoli a forma di pixel durante le prime note di “Hello World”, rompendo ogni convenzione scenica.

La scaletta segue lo stesso approccio controcorrente: i brani più amati come “Giovani Wannabe”, “Ringo Starr” e “Romantico ma muori” arrivano subito, per iniziare subito con il massimo impatto emotivo e con energia. Il gran finale è affidato a “Titoli di coda”, accompagnato da un imponente spettacolo di fuoco che trasforma il palco in un falò condiviso tra band e pubblico. Non sono previsti bis: il concerto si chiude con l’ultima canzone, seguita da un saluto intimo ripreso da una telecamera fino ai camerini. Un finale cinematografico, coerente con la visione autoriale e narrativa dello spettacolo.

Molte cose sono cambiate dai tempi dei piccoli club in cui la band si esibiva agli inizi, ma al centro resta sempre la musica: «Veniamo dalla musica ‘sudata’ e suonata nei club, senza fronzoli» ricorda Zanotti. «Col tempo abbiamo però capito che uno spettacolo, soprattutto se si tiene in uno spazio enorme come uno stadio, non può limitarsi alla sola musica, per quanto questa resti il punto centrale. Il nostro show di quest’anno è sicuramente più magico di quelli precedenti, non mancano gli effetti speciali. Ma è bene specificare che accompagnano la musica senza offuscarla». In tanti hanno provato a decifrare il successo di una band così atipica rispetto alle logiche d’immagine del mainstream.

Anche loro ne sono consapevoli, ma sanno che proprio questa differenza è parte della loro forza: «La nostra forza sta nel differenziarci. Siamo diversi da qualsiasi altro progetto ‘in tendenza’: un gruppo di provincia che parla della vita di tutti i giorni, si esprime sui temi che più gli stanno a cuore e vive in modo tranquillo. Non c’è trucco, solo magia» assicura Zanotti. «Sulla carta una band come la nostra non dovrebbe avere successo. È un po’ come quella vecchia massima del calabrone che, secondo i libri di aerodinamica, non è anatomicamente costruito per volare, ma lui non lo sa e vola lo stesso. Ora, so che questa massima è scientificamente inesatta, ma rende bene l’idea: i Pinguini volano come calabroni».

di Federico Arduini

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