Renato Zero, 75 anni e un nuovo disco: “Mi sono vestito da marionetta per non diventarlo”
Renato Zero, che proprio oggi compie 75 anni, è indiscutibilmente uno dei più popolari e longevi della musica italiana. Venerdì esce “L’Orazero”

Renato Zero, 75 anni e un nuovo disco: “Mi sono vestito da marionetta per non diventarlo”
Renato Zero, che proprio oggi compie 75 anni, è indiscutibilmente uno dei più popolari e longevi della musica italiana. Venerdì esce “L’Orazero”
Renato Zero, 75 anni e un nuovo disco: “Mi sono vestito da marionetta per non diventarlo”
Renato Zero, che proprio oggi compie 75 anni, è indiscutibilmente uno dei più popolari e longevi della musica italiana. Venerdì esce “L’Orazero”
Sarà capitato anche a voi di trovarvi a un tavolo con amici o parenti a discutere della propria musica preferita, per poi finire inevitabilmente a risalire ai capostipiti dei generi, agli artisti più rappresentativi dell’uno o dell’altro filone. Se si parla di cantautorato italiano, i nomi che ricorrono più spesso sono quelli di Fabrizio De André, Luigi Tenco e di altri grandi della nostra tradizione. Eppure, chissà perché, nell’elenco dei cantautori ‘ufficiali’ raramente viene annoverato Renato Zero.

Eppure l’artista romano, che proprio oggi compie 75 anni, è indiscutibilmente uno dei più popolari e longevi della musica italiana. Non solo amato da un pubblico vastissimo e trasversale, ma anche detentore di un primato che nessun altro ha saputo raggiungere: essere arrivato al primo posto della classifica degli album più venduti in Italia in sei decenni consecutivi. Un record che la dice lunga sulla sua capacità di rinnovarsi e di parlare a generazioni diverse. A ciò si aggiungono 55 milioni di dischi venduti, oltre 500 canzoni scritte e interpretate, un repertorio che attraversa ballate, inni generazionali, invettive sociali e confessioni intime. Zero è un fenomeno non solo per il talento compositivo, che lo ha portato a scrivere alcune delle pagine più significative della nostra canzone, ma anche per la sua inconfondibile natura istrionica.
Fin dagli esordi ha portato in scena un’idea di spettacolo che fondeva musica e teatro, trasformismo e denuncia, provocazione e poesia. Lo fece in un’epoca in cui salire su un palco con certi abiti e affrontare certi temi significava attirarsi addosso fischi, critiche feroci e persino verdura lanciata dal pubblico. «Sei uno zero!» gli gridavano. Da quell’insulto nacque il mito. Quella volontà di rompere gli schemi e quella voglia inestinguibile di comunicare non lo hanno mai abbandonato.

Ed è proprio questa spinta a tenerlo ancora oggi vivo e vitale, sempre pronto a rimettersi in gioco. Non è un caso, dunque, che il prossimo 3 ottobre arrivi il suo 46esimo disco, “L’Orazero”: un titolo che richiama il senso del tempo, della memoria e dell’urgenza artistica. Diciannove canzoni che non si nascondono, ma gridano i problemi della nostra contemporaneità, tra conflitti, distanze e solitudini: «L’ora zero oggi attraversa tutta l’umanità e ciascuno è chiamato a fare i conti con un bilancio urgente di stabilità, sicurezza, appartenenza. Navigando queste 19 opportunità, mi sono reso conto che la guerra la stiamo combattendo tutti, ciascuno la propria. Oltre alle guerre dichiarate, dentro ognuno di noi c’è un tumulto, situazioni da sistemare. Anch’io cerco di vincere questa battaglia, perché la paura la sento anch’io, in un tempo che oscilla tra sentenze, cattedre e simboli. E più spogli di così, non potevamo ritrovarci» ha spiegato presentando il suo nuovo lavoro.
Rispetto alla musica di oggi e ai tanti nuovi artisti, Zero ha un consiglio: «Artisti, in fondo, lo siamo un po’ tutti. Ma per assurgere davvero a questo titolo serve un grande lavoro: bisogna perforare le barriere architettoniche che l’industria discografica ha eretto. L’abuso di quel potere rischia di trasformare i giovani in marionette. Io, invece, mi sono vestito da marionetta proprio per non diventarlo. Il nostro compito è anche questo: calmare discografici e imprenditori che cercano di ridurci a numeri, sporcandoci per profitto e interessi personali. Dobbiamo restare amministratori di noi stessi, custodire la nostra libertà e non lasciarci corrompere».
Di cosa ha paura oggi uno come Renato Zero? «Il vero timore ai nostri giorni non è quello di restare soli, ma è l’incomunicabilità: salutarsi con un sorriso e, allo stesso tempo, non riuscire a riconoscere davvero la persona che abbiamo davanti». E su Sanremo: «Bisognerebbe fare una scelta un po’ spericolata: non basarsi soltanto sul quorum dei social, ma tornare a dare spazio a tutti i generi. Penso a un Festival che sappia ritrovare la severità di una selezione attenta. Serve più cura e un ventaglio più generoso di voci e stili».
Renato Zero tornerà dal vivo con “L’Orazero in Tour”: da gennaio 2026 porterà 23 concerti nelle principali città italiane.
L’ORAZERO IN TOUR
IL CALENDARIO
24 GENNAIO – ROMA – PALAZZO DELLO SPORT
25 GENNAIO – ROMA – PALAZZO DELLO SPORT
28 GENNAIO – ROMA – PALAZZO DELLO SPORT
29 GENNAIO – ROMA – PALAZZO DELLO SPORT
31 GENNAIO – ROMA – PALAZZO DELLO SPORT
1 FEBBRAIO – ROMA – PALAZZO DELLO SPORT
11 FEBBRAIO – FIRENZE – NELSON MANDELA FORUM
12 FEBBRAIO – FIRENZE – NELSON MANDELA FORUM
14 FEBBRAIO – FIRENZE – NELSON MANDELA FORUM
15 FEBBRAIO – FIRENZE – NELSON MANDELA FORUM
7 MARZO – TORINO – INALPI ARENA
8 MARZO – TORINO – INALPI ARENA
11 MARZO – MANTOVA – PALAUNICAL
13 MARZO – MANTOVA – PALAUNICAL
18 MARZO – CONEGLIANO – PREALPI SAN BIAGIO ARENA
20 MARZO – CONEGLIANO – PREALPI SAN BIAGIO ARENA
24 MARZO – BOLOGNA – UNIPOL ARENA
28 MARZO – PESARO – VITRIFRIGO ARENA
4 APRILE – EBOLI – PALASELE
8 APRILE – BARI – PALAFLORIO
9 APRILE – BARI – PALAFLORIO
15 APRILE – MESSINA – PALARESCIFINA
16 APRILE – MESSINA – PALARESCIFINA
di Federico Arduini
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- Tag: musica
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