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Simone Cristicchi

Simone Cristicchi: “Siamo in piena epidemia di solitudine”

Simone Cristicchi sarà in gara a Sanremo 2025 con “Quando sarai piccola”. Ci ha raccontato la sua genesi e la storia dietro l’ultimo disco

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Simone Cristicchi: “Siamo in piena epidemia di solitudine”

Simone Cristicchi sarà in gara a Sanremo 2025 con “Quando sarai piccola”. Ci ha raccontato la sua genesi e la storia dietro l’ultimo disco

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Simone Cristicchi: “Siamo in piena epidemia di solitudine”

Simone Cristicchi sarà in gara a Sanremo 2025 con “Quando sarai piccola”. Ci ha raccontato la sua genesi e la storia dietro l’ultimo disco

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Simone Cristicchi sarà in gara a Sanremo 2025 con “Quando sarai piccola”. Ci ha raccontato la sua genesi e la storia dietro l’ultimo disco

Che Simone Cristicchi sia un artista tra i più profondi che il panorama musicale nostrano abbia da offrire non lo scopriamo di certo oggi. Nell’avventura sanremese di quest’anno, che lo vedrà tra i protagonisti con il brano “Quando sarai piccola”, possiamo già scommettere che riuscirà a lasciare il segno nel cuore di tanti ascoltatori. Una canzone che Simone ci ha raccontato esser molto personale, figlia di vita vissuta, nata dopo la malattia che ha colpito, da un giorno all’altro, la madre: “’Quando sarai piccola” è una canzone rimasta ferma in un cassetto per cinque anni. È vita vera, vissuta ogni giorno, ed è per questo che mi sentirò nudo su quel palco: racconto ciò che vivo quotidianamente. È una canzone terapeutica che forse potrà aiutare a sensibilizzare su un tema a mio avviso universale: ognuno di noi ha vissuto il momento in cui una persona vicina, invecchiando, ritorna ad essere fragile. Affronto questo Sanremo come una missione bellissima, perché al di là di quello che sarà poi il risultato finale, credo di avere già conquistato una vittoria ‘spirituale’, quella di poter cantare questa canzone davanti a milioni di persone”.

La stesura di questo brano, avvenuta a quattro mani con Amara (cantautrice, compagna d’arte e di vita di Simone ndr), non è stata un’impresa facile, soprattutto dal punto di vista emotivo: “Ci è voluto molto tempo per cesellare questi versi. Non è stata una canzone facile da scrivere per me e inizialmente mi ero concentrato soprattutto sulla tenerezza, su quel senso di prendersi cura, di osservare una madre anziana che, in un attimo, torna bambina. Ma poi abbiamo sentito l’importanza di inserire anche un altro aspetto: il senso di impotenza di fronte a questa trasformazione della vita, e quindi la rabbia. A me capita spesso di arrabbiarmi per ciò che è successo, per la fatica di doverlo accettare. Se la costante dell’universo è la trasformazione, se tutto cambia, dovremmo essere in grado di accettarlo come parte naturale della nostra esistenza. Ma non è un’impresa così facile”.  

Nella serata dedicata alle cover Simone duetterà proprio con Amara su “La Cura” di Franco Battiato. Una scelta che è un naturale proseguimento dello splendido “Concerto mistico per Battiato” che i due portano nei teatri con successo da anni, ma anche qualcosa di più: “Quando è arrivato il momento di decidere è stato automatico pensare a Franco, a questa figura che per me è un maestro indiscusso, e di chiamare la mia compagna di viaggio e compagna di vita. Mi sento protetto e al sicuro su quel palco, perché accanto a me ho una voce straordinaria, una donna e un’artista dal carisma incredibile e soprattutto una persona pura, che ha reso la mia vita meravigliosa. ‘La Cura’ non è stata mai eseguita nelle serate dei duetti del Festival. L’unico che l’ha cantata su quel palco è stato Franco Battiato nel 2007, l’anno in cui ho vinto il Festival” ci ha confidato. A chi lo definiva forse un pesce fuor d’acqua in questa edizione, Cristicchi ha risposto: “Non mi sento fuori posto, perché in realtà sono semplicemente me stesso. Non devo recitare alcuna parte, porto la mia purezza e la mia sensibilità. Sento di essere fedele a me stesso: questa è la mia corazza, il mio superpotere più grande. Il mio è un colore all’interno di questo mosaico che Carlo Conti ha voluto creare. Sono contento e lo ringrazio per aver riportato i cantautori a Sanremo: ci sentiamo in una sorta di riserva indiana ed è una novità al Festival. Negli ultimi anni il cantautorato è stato meno considerato e oggi su quel palco portiamo avanti la bandiera di chi ci ha insegnato a scrivere le canzoni”.

Il 2025 porterà con sé anche una riedizione del suo ultimo disco, “Dalle tenebre alla luce”, impreziosita dal brano sanremese di cui Simone ci ha raccontato la nascita, dopo undici anni dall’ultimo disco. Un silenzio che era una scelta, rotto dopo un grave incidente domestico: “L’album era quasi pronto da tanti anni: sono le canzoni che ho scritto per i miei spettacoli teatrali. Nel momento in cui mi sono ripreso il mio primo pensiero è stato quello di pubblicare l’album. Il motivo per cui è uscito il disco è proprio perché c’era questa idea di non voler più perdere tempo: oggi ci siamo, domani potremmo non esserci più. Ho scelto una musicalità orchestrale e molto minimalista. L’elettronica è inesistente, ed è un album senza tempo: la mia firma di luce in questi tempi oscuri”. Sull’oggi Cristicchi non usa mezzi termini: “Siamo in piena epidemia di solitudine, i medici prescrivono relazioni umane oltre ai farmaci e oggi, tra guerre nucleari alle porte, pazzi sanguinari guerrafondai che governano il mondo e intelligenze artificiali stupide non riusciamo a immaginarci il domani. È la misura del disastro: dobbiamo opporre resistenza al nulla che avanza e possiamo farlo puntando sulla luce, su questa piccola scintilla di luce che c’è nell’oscurità”.

di Federico Arduini

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