Tommaso Starace, l’uomo dietro le quinte del Napoli: “Maradona? Solo nominarlo mi fa venire i brividi”
In un’intervista a Fanpage.it Tommaso Starace si racconta, tra aneddoti degli anni con Maradona e il presente, fino all’amore per il caffè

Tommaso Starace, l’uomo dietro le quinte del Napoli: “Maradona? Solo nominarlo mi fa venire i brividi”
In un’intervista a Fanpage.it Tommaso Starace si racconta, tra aneddoti degli anni con Maradona e il presente, fino all’amore per il caffè
Tommaso Starace, l’uomo dietro le quinte del Napoli: “Maradona? Solo nominarlo mi fa venire i brividi”
In un’intervista a Fanpage.it Tommaso Starace si racconta, tra aneddoti degli anni con Maradona e il presente, fino all’amore per il caffè
Affacciata sul golfo di Napoli, la casa di Tommaso Starace a Vico Equense è il luogo perfetto per raccontare una vita che è già leggenda. L’intervista esclusiva rilasciata a Fanpage.it, a firma di Peppe Pace e Ilaria Mondillo, è un viaggio intimo nei meandri dello spogliatoio partenopeo, dagli anni di Maradona fino all’arrivo di Antonio Conte.
Starace è noto anche per un’altra passione, oltre che per il calcio: il caffè. Da sempre ne prepara uno per tutti, un vero e proprio rito nello spogliatoio. “Non tutti in partenza sono per il caffè, ma poi appena lo assaggiano non ne possono più fare a meno”, racconta. “Ricordo Laurent Blanc: all’inizio non ne voleva sapere, poi l’ho convertito”.
Se il caffè è rimasto una costante, molto è cambiato nei riti dei calciatori. “Si è perso un po’ il rito degli scarpini, ora cambiano troppo spesso. Ogni tre mesi arrivano scarpe nuove. Prima non era così”. Un esempio? “Maradona arrivava con le scarpe nuove e mi chiedeva di metterci delle strisce di plastica sui tacchetti. Diceva che così sentiva meglio il piede. Un’attenzione maniacale, ma aveva ragione lui: era Maradona”.
Tommaso Starace: “Con Maradona c’era un legame speciale”
Ma tra i passaggi più intensi dell’intervista, inevitabilmente, c’è il ricordo di Diego Armando Maradona, di cui Starace fu amico fidato. “Solo nominarlo mi fa venire i brividi. È stato immenso. Ha insegnato al popolo napoletano cosa significa vincere uno Scudetto, ci ha difeso dentro e fuori dal campo. Non si può spiegare cosa rappresentava per noi”.
Un episodio raccontato da Starace rende l’idea della grandezza di Diego: “Ci portò tutti al suo matrimonio in Argentina. Eravamo 350 persone dall’Italia, ci caricò su un aereo. C’erano politici, artisti, e c’ero anch’io con mia moglie. Mille invitati in tutto. Una settimana di festa, una cosa mai vista”.
Il ricordo si fa ancora più personale parlando degli ultimi momenti insieme: “Prima che morisse venne a Napoli. Eravamo a Castel Volturno e mi disse: ‘Stasera vieni con me a Roma, voglio che tu sia alla festa’. Ci andai. C’era anche Ciro Ferrara, altri calciatori ed ex calciatori. Un tifoso juventino gli chiese l’autografo e lui glielo fece senza problemi. Ma il personaggio Maradona era ingestibile. Chi gli stava vicino non ha fatto abbastanza. Lo hanno portato allo sbaraglio”.
“Se fosse rimasto a Napoli, non sarebbe finita così”
C’è amarezza nelle parole di Starace quando pensa a come si è conclusa la vita di Maradona. “Se fosse rimasto a Napoli? Non sarebbe morto così. Qui sarebbe stato protetto. Invece Diego è morto come un cane, come si dice da noi. Ora fanno i processi, ma bisognava pensarci prima. Lo hanno sfruttato, anche nel ’94, quando lo portarono ai Mondiali in America. Era giovane, andava aiutato. Invece gliel’hanno fatta pagare”.
E conclude con un pensiero che suona come un monito e un omaggio: “Diego era trasparente. Quando parlava, anche se non era in sé, diceva sempre la verità. E forse questo non gli è mai stato perdonato”.
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