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Tornatore

Tornatore: “Il cinema italiano intrecciato con la Mostra di Venezia”

Quest’anno a Venezia 81 Tornatore è in giuria: “Nuovo Cinema Paradiso mi sorprende sempre” – e sul cinema italiano aggiunge – “Stiamo vivendo una stagione di energia creativa”

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Tornatore: “Il cinema italiano intrecciato con la Mostra di Venezia”

Quest’anno a Venezia 81 Tornatore è in giuria: “Nuovo Cinema Paradiso mi sorprende sempre” – e sul cinema italiano aggiunge – “Stiamo vivendo una stagione di energia creativa”

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Tornatore: “Il cinema italiano intrecciato con la Mostra di Venezia”

Quest’anno a Venezia 81 Tornatore è in giuria: “Nuovo Cinema Paradiso mi sorprende sempre” – e sul cinema italiano aggiunge – “Stiamo vivendo una stagione di energia creativa”

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Quest’anno a Venezia 81 Tornatore è in giuria: “Nuovo Cinema Paradiso mi sorprende sempre” – e sul cinema italiano aggiunge – “Stiamo vivendo una stagione di energia creativa”

Lo dice una delle nostre punte di diamante, Giuseppe Tornatore: «Il cinema italiano è intrecciato a doppio filo con la Mostra di Venezia. Non se ne può conoscere la grande storia senza conoscere quella della rassegna più prestigiosa e viceversa». Impossibile riassumere in poche righe i suoi numerosi capolavori (“La leggenda del pianista sull’oceano”, “Baarìa”, “Malèna”, “L’uomo delle stelle”) che gli sono valsi i premi più ambìti. Anche se un pezzo di quella storia l’ha scritto lui stesso con “Nuovo Cinema Paradiso”, conquistando un Oscar e un Golden Globe come miglior film straniero nel 1990. Un capolavoro che ancora oggi – a quasi quarant’anni di distanza dalla sua uscita – solletica ricordi, domande e curiosità: «È un’opera che non smette di sorprendermi. Dopo decenni la gente mi chiede ancora di quel film e mi esprime apprezzamenti. È sempre una sorpresa che si rinnova» ha raccontato Tornatore. È stato proprio lui a consegnare il 25esimo premio “Robert Bresson” (conferito dalla Fondazione Ente dello Spettacolo e dalla “Rivista del Cinematografo”, con il patrocinio del Dicastero per la Cultura e l’Educazione della curia romana) al regista Marco Bellocchio. E lo ha fatto 24 anni dopo averlo ricevuto a sua volta per “Una pura formalità”: «All’epoca mi sorprese che lo assegnarono a me. Non ero ancora conosciuto e avevo fatto soltanto pochi film, fu davvero un onore. Così come sono stato molto contento stavolta di averlo potuto consegnare personalmente al grande Marco Bellocchio, che anzi avrebbe dovuto riceverlo molto tempo prima».

Ma non si può parlare di “Nuovo Cinema Paradiso” senza citarne l’indimenticabile colonna sonora, con le musiche di Ennio Morricone che Tornatore ricorda con un velo di malinconia sul volto: «È stato un grande compositore del Novecento, ma per me è stato anche un grande amico e un grande collaboratore a livello professionale”. 

Quest’anno a Venezia Tornatore è in giuria. Se per comprensibili ragioni di riservatezza non si sbilancia sulle opere in corsa per il Leone d’Oro e per tutti gli altri riconoscimenti che verranno consegnati, dice la sua sullo stato dell’arte del cinema italiano di oggi: «Credo che ci siano tanti talenti. Il nostro settore sta attraversando una stagione di energia creativa che forse adesso non cogliamo, ma di cui presto ci renderemo conto. Credo che ci siano già diversi nomi con un brillante futuro». Parole che sembrano una vera promessa: quest’anno sono ben 7 (su 21) i film italiani in concorso, molti in coproduzione con altri Paesi: “Campo di battaglia” di Gianni Amelio, “Diva Futura” di Giulia Louise Steigerwalt, “Vermiglio” di Maura Delpero (prodotto con Francia e Belgio), “Iddu” di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza (coproduzione italo-francese), “Queer” di Luca Guadagnino (con gli Stati Uniti), “April” di Dea Kulumbegashvili (con Georgia e Francia), “Maria” di Pablo Larraín (con Germania e Stati Uniti). E chissà che le parole di Tornatore si trasformino in profezia.

di Claudia Burgio

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