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Il muro 33 anni dopo: a cosa non rinunceremo

La sera di 33 anni fa il mondo cambiava per sempre. Eppure a distanza di tanti anni, certi valori e diritti che davamo per assodati sono caduti da un giorno all’altro come un castello di carte. Il 9 novembre del 1989 decine di migliaia di abitanti di Berlino Est si riversarono nella parte occidentale della città, sancendo di fatto la fine della Guerra Fredda e il crollo del sistema sovietico. Un sistema imperialistico che ha dimostrato di non funzionare e che pure, oggi, la Russia vorrebbe riprendere a modello. Oggi mentre combattiamo con gli stessi fantasmi di allora, ricordiamoci di questo muro. Teniamolo a mente, per capire che non sono bastati i morti ammazzati di allora per scrivere la parola fine a quell’odio. Il genere umano non impara dai propri errori; ne abbiamo ormai diverse prove. Eppure è doveroso continuare a sperare.  Oggi è la giornata della Libertà, senza la quale nessun uomo può definirsi tale. Ricordare è ciò che possiamo fare, ogni anno, perché le nuove generazioni sappiano cosa accadde nel cuore dell’Europa solo pochi anni fa. Mostriamo loro quei pianti sanciti da lunghi abbracci che hanno riunito amicizie, amori, famiglie spezzate. Ora che siamo tornati a viaggiare, andiamo a Berlino, visitiamo il Checkpoint Charlie, guardiamo negli occhi il 18enne Peter Fechter, lasciato morire dissanguato per il suo tentativo di fuga da Berlino est.  Ricordiamolo, ricordiamocene. 
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La sera di 33 anni fa il mondo cambiava per sempre. Eppure a distanza di tanti anni, certi valori e diritti che davamo per assodati sono caduti da un giorno all’altro come un castello di carte. Il 9 novembre del 1989 decine di migliaia di abitanti di Berlino Est si riversarono nella parte occidentale della città, sancendo di fatto la fine della Guerra Fredda e il crollo del sistema sovietico. Un sistema imperialistico che ha dimostrato di non funzionare e che pure, oggi, la Russia vorrebbe riprendere a modello. Oggi mentre combattiamo con gli stessi fantasmi di allora, ricordiamoci di questo muro. Teniamolo a mente, per capire che non sono bastati i morti ammazzati di allora per scrivere la parola fine a quell’odio. Il genere umano non impara dai propri errori; ne abbiamo ormai diverse prove. Eppure è doveroso continuare a sperare.  Oggi è la giornata della Libertà, senza la quale nessun uomo può definirsi tale. Ricordare è ciò che possiamo fare, ogni anno, perché le nuove generazioni sappiano cosa accadde nel cuore dell’Europa solo pochi anni fa. Mostriamo loro quei pianti sanciti da lunghi abbracci che hanno riunito amicizie, amori, famiglie spezzate. Ora che siamo tornati a viaggiare, andiamo a Berlino, visitiamo il Checkpoint Charlie, guardiamo negli occhi il 18enne Peter Fechter, lasciato morire dissanguato per il suo tentativo di fuga da Berlino est.  Ricordiamolo, ricordiamocene. 

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