“Sinner è una fortuna per l’Italia”, parla Omar Camporese
Omar Camporese, ex numero 18 al mondo del tennis italiano, si sbilancia sulla finale Sinner-Medved di domani: “È più forte, anche il russo lo sa”
Ora la finale in Australia (domani ore 9.30), dove parte favorito, poi la corsa alla prima posizione mondiale.
Omar Camporese, ex numero 18 al mondo, due tornei Atp vinti in carriera e apprezzato commentatore televisivo, è un estimatore di lunga data di Jannik Sinner ma prima del via all’Australian Open aveva messo in guardia il fenomeno italiano sulle potenziale insidie delle partite sulla lunga distanza in un clima torrido e sulla furia di Nole Djokovic, segnato dalla sconfitta con Jannik in finale di Coppa Davis: “Invece Sinner è andato oltre tutto, semplicemente perché in questo momento è il tennista più forte al mondo. Ora c’è la finale contro Medvedev, che è un altro campione, che vinto prove del Grand Slam, ci può essere ovviamente un po’ di tensione per chi come Jannik gioca la prima finale di uno Slam, ma lui è tranquillo perché è formidabile, forte di testa e consapevole dei suoi mezzi. E’ una fortuna per l’Italia, Sinner”, spiega Camporese a La Ragione.
Gli ultimi quattro mesi da dominatore di Sinner, riflette Camporese, dipendono principalmente dai miglioramenti impressionanti al servizio: “E’ un punto essenziale, prima Jannik giocava un tennis nervoso perché non si fidava del suo servizio, ora invece la prima e anche la seconda battuta gli consentono di essere aggressivo e preciso, di dominare da fondocampo. E’ stato così anche contro Djokovic, che è stato travolto nei primi due set. E’ impressionante poi la forza mentale di Jannik, che si è visto sfumare il match point nel terzo set per poi ricominciare a macinare gioco nel quarto parziale. Lo sanno fare solo i campioni e Jannik ormai lo è”, dice Camporese, che vede in Sinner tracce di un grandissimo del passato come Andrè Agassi.
“Soprattutto quando anticipa i colpi di rovescio a due mani, anche come incrocia le gambe nel colpire la palla ricorda Andrè e questo tipo di paragone rende bene l’idea di dove è arrivato Sinner e quali sono i margini di crescita, ossia i margini di crescita di un fenomeno che deve giocare per diventare il primo giocatore della classifica Atp. Se vincesse la finale avrebbe poi i mesi sul rosso per consacrarsi, lì ci sono tantissimi punti in palio”, riflette Omar.
Ma prima c’è la finalissima. C’è Medvedev. “Jannik lo ha battuto nelle ultime sfide – evidenzia Camporese – e anche il russo sa che in questo momento Sinner è più forte e sta giocando meglio, poi il gioco del russo, piazzato tre metri fuori dal campo, può essere solo un vantaggio per il nostro tennista di punta. Ma voglio sottolinearlo, abbiamo il più forte al mondo, senza di lui non avremmo mai vinto la Coppa Davis, è chiaro a tutti. E’ davvero un momento magico”.
di Nicola Sellitti
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