Tumore ovarico, Normanno “Test genetici riducono la mortalità”
ROMA (ITALPRESS) – “Oggi sappiamo che il vantaggio in termini di sopravvivenza dato dagli inibitori PARP alle pazienti con mutazione BRCA1 o BRCA2 si osserva anche in altre pazienti con deficit di ricombinazione omologa, ampliando la platea di beneficiarie dal 20% a quasi il 50% delle pazienti con carcinoma ovarico.” Lo ha detto Nicola Normanno, Direttore Scientifico IRCCS Istituto Romagnolo per lo Studio dei Tumori (IRST) “Dino Amadori”, intervenuto a The Watcher Talk Salute, il format di Urania TV.
“Abbiamo assistito a una progressiva riduzione della mortalità per carcinoma ovarico, coincidente con l’introduzione di questi farmaci – ha aggiunto Normanno -. Dati recenti mostrano anche una riduzione dell’incidenza della malattia, probabilmente dovuta all’individuazione delle famiglie ad alto rischio tramite test genetici e alla possibilità di intervenire con chirurgia preventiva e diagnosi precoce. Investire in test e nuove tecnologie per diagnosi sempre più precise è fondamentale per migliorare la prevenzione e il trattamento della malattia”
fsc/gtr
(Fonte video: Utopia Studios)
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