100 anni di radio
6 ottobre 1924-6 ottobre 2024. 100 anni di radio, anche se ovviamente l’Eiar prima e la Rai poi avrebbero impiegato molto tempo per varare un palinsesto
100 anni di radio
6 ottobre 1924-6 ottobre 2024. 100 anni di radio, anche se ovviamente l’Eiar prima e la Rai poi avrebbero impiegato molto tempo per varare un palinsesto
100 anni di radio
6 ottobre 1924-6 ottobre 2024. 100 anni di radio, anche se ovviamente l’Eiar prima e la Rai poi avrebbero impiegato molto tempo per varare un palinsesto
6 ottobre 1924-6 ottobre 2024. 100 anni di radio, anche se ovviamente l’Eiar prima e la Rai poi avrebbero impiegato molto tempo per varare un palinsesto
In queste foto stavo intervenendo alla diretta di Rtl 102.5 da Palazzo Lombardia, al 39º piano della torre che ospita gli uffici della Regione, in occasione della diretta voluta per i 100 anni esatti dalla prima trasmissione radiofonica nel nostro paese. 6 ottobre 1924-6 ottobre 2024.
100 anni di radio, anche se ovviamente l’Eiar prima e la Rai poi avrebbero impiegato molto tempo per varare un palinsesto ampio e regolare in termini “moderni“. Resta la ricorrenza, resta il fascino di un numero impressionante che riporta a un’era dimenticata e a un mondo che non c’è più.
La radio sì, invece, è sempre lì. Cambiata, evoluta innumerevoli volte, ma sempre lì nei suoi elementi fondamentali. Uno su tutti: la diretta. La spontaneità, l’immediatezza, il collegamento come quello in cui è stata scattata la foto organizzato in una manciata di secondi fra un gruppo di vecchi amici e colleghi (vedete Paolo Cavallone).
La radio che non ha mai avuto la forza della televisione, che si è vista “sorpassare“ più volte a destra e a sinistra prima dallo schermo dei mastodontici televisori di settant’anni fa e poi dai minuscoli e onnipresenti device di oggi. Eppure, la radio resta lì, coltiva il suo mondo e il suo pubblico mentre tutto cambia.
L’hanno data per morta, in virtù di quello che abbiamo ricordato riguardo la Tv prima e Internet poi, tante di quelle volte che abbiamo perso il conto, ma la radio è qui e noi che la facciamo pure. Un po’ più grandicelli, ma ancora qui.
Che non basti ricordarlo per disegnare il futuro del più antico dei mass medium è scontato. Che ci sia un tema di comunicazione e affetto con le nuove generazioni è davanti ai nostri occhi o, se preferite, le nostre orecchie. Al contempo, proprio per quella forza insostituibile e magnifica del “live” – della “diretta” – non crediamo che la risposta a questi interrogativi possa essere solo nella cittadella, nella ridotta dei Podcast.
Strumento magnifico e affascinante, figlio naturale della magia della radio, ma comunque “altro”.
In qualche misura sempre e comunque una radio in sedicesimi, perché in una radio potrai sempre fare (e l’abbiamo fatto, altroché…) tutto quello che fai in un podcast, ma in un podcast non potrei fare ciò che fai in una radio.
Lunga vita, orecchie e cervelli aperti.
di Fulvio Giuliani
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