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Sergio Leone in primo piano

32 anni senza Sergio Leone

Sono trascorsi 32 anni dalla morte di Sergio Leone ma ancora oggi rappresenta uno delle più grandi leggende del cinema mondiale. Lo dimostra il documentario a lui dedicato, dal 20 ottobre al cinema.
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32 anni senza Sergio Leone

Sono trascorsi 32 anni dalla morte di Sergio Leone ma ancora oggi rappresenta uno delle più grandi leggende del cinema mondiale. Lo dimostra il documentario a lui dedicato, dal 20 ottobre al cinema.
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32 anni senza Sergio Leone

Sono trascorsi 32 anni dalla morte di Sergio Leone ma ancora oggi rappresenta uno delle più grandi leggende del cinema mondiale. Lo dimostra il documentario a lui dedicato, dal 20 ottobre al cinema.
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Sono trascorsi 32 anni dalla morte di Sergio Leone ma ancora oggi rappresenta uno delle più grandi leggende del cinema mondiale. Lo dimostra il documentario a lui dedicato, dal 20 ottobre al cinema.
Una delle grandi leggende del cinema mondiale, la cui straordinaria visione artistica ha trasceso i confini nazionali, ideando soluzioni narrative e stilistiche che sono diventate parte del linguaggio della settima arte. Sono trascorsi trentadue anni dalla morte di Sergio Leone, ma ancora oggi rappresenta un punto di riferimento per diverse generazioni di cineasti. Dal 20 ottobre al cinema (distribuito da 01 Distribution), lo straordinario documentario “Sergio Leone. L’italiano che inventò l’America” di Francesco Zippel ci consente di ribadire l’importanza della visione del maestro capitolino nel mondo cinematografico contemporaneo. Figlio di un pioniere del cinema muto italiano (Roberto Roberti, nome d’arte di Vincenzo Leone) e di un’attrice romana (Edvige Valcarenghi), Sergio Leone ha vissuto e respirato cinema sin dalla nascita. Durante gli anni del fascismo ha nutrito la sua passione con i film di Hollywood – un grande, grandissimo esempio di libertà – spiccando ancor giovanissimo il volo verso il successo. Tra il 1949 e il 1959 ha lavorato come aiuto regista in 45 film, per poi mettersi in proprio: da “Il colosso di Rodi” del 1961 a “C’era una volta in America” del 1984, opere straordinarie che hanno tracciato un solco nella storia del cinema. «Il cinema dev’essere spettacolo, è questo che il pubblico vuole. E per me lo spettacolo più bello è quello del mito. Il cinema è mito», era questo il credo di Sergio Leone. Esclusivamente in seconda battuta restava lo spazio per una riflessione su attualità, politica, critica sociale o ideologia. Il regista de “Il buono, il brutto, il cattivo” ha riproposto sul grande schermo fatti della vita mascherati, esperienze proprie o storiche rivisitate attraverso il mito e la favola. Un intrattenitore non pretenzioso ma generoso, che sapeva esplorare territori nuovi offrendo chiavi di lettura ogni volta diverse. Basti pensare al suo mondo di antieroi in cui il bene e il male non hanno confini definiti ma come nella vita si alimentano di sfumature. Sergio Leone non si è mai posto dei limiti, anche per questo il suo genio creativo resta centrale e fonte d’ispirazione per i più grandi registi contemporanei. Resta ineguagliata la sua capacità di trasformare ogni sequenza in un quadro, senza mai perdere il ritmo del racconto. Nei suoi film la violenza non è mai gratuita mentre la morte è un elemento politico, di realismo critico. Leone ha creato un mondo tutto suo, uno stile unico di narrazione per immagini. E ha anche dimostrato come il cinema possieda la capacità di sospendere, dilatare o moltiplicare i tempi dell’attesa. Impossibile non citare infine il suo legame con Ennio Morricone: il compositore ha regalato ai film del maestro del western alcune tra le più belle melodie del Novecento, rivoluzionando il concetto stesso di commento sonoro.   di Massimo Balsamo

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