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360 milioni per le hit dei Pink Floyd

Anche i Pink Floyd hanno venduto il proprio catalogo di canzoni. Risultato? Alla Sony per 360milioni (con un prezzo di partenza di 670milioni)

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360 milioni per le hit dei Pink Floyd

Anche i Pink Floyd hanno venduto il proprio catalogo di canzoni. Risultato? Alla Sony per 360milioni (con un prezzo di partenza di 670milioni)

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360 milioni per le hit dei Pink Floyd

Anche i Pink Floyd hanno venduto il proprio catalogo di canzoni. Risultato? Alla Sony per 360milioni (con un prezzo di partenza di 670milioni)

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Anche i Pink Floyd hanno venduto il proprio catalogo di canzoni. Risultato? Alla Sony per 360milioni (con un prezzo di partenza di 670milioni)

C’è un nuovo passeggero sul bus delle star della musica che hanno deciso di vendere il proprio catalogo di canzoni. A salire a bordo di questo torpedone extralusso dove già siedono idealmente i Queen e Bruce Springsteen, David Bowie e Neil Young, Sting e Justin Timberlake, perfino il 30enne Justin Bieber, arrivano ora i Pink Floyd.

Ultimi, ma in realtà non ultimi: sia perché dopo simili apripista tanti altri prenderanno esempio; sia perché l’accordo (di cui dà notizia il “Financial Times”) avrebbe potuto essere siglato già due anni fa, se la proverbiale disparità di vedute tra due dei padri storici della band (Roger Waters e David Gilmour) non si fosse palesata anche in questa ennesima occasione. A sentire i bene informati, in questi 24 mesi il catalogo si sarebbe deprezzato di circa la metà. Risultato: partito da circa 670 milioni di euro, l’accordo con la Sony si è chiuso a quota 360 milioni, circa un terzo della somma monstre (un miliardo) che la stessa Sony ha riconosciuto pochi mesi fa ai Queen, ma meno anche dei 460 milioni di euro riconosciuti al fresco 75enne The Boss.

D’ora in avanti la casa discografica avrà il diritto di usare il nome della band, quindi anche il merchandising e gli eventuali diritti per film e serie tv: a spanne, una somma potenzialmente ad almeno otto zeri. Unico elemento che resta di proprietà del gruppo è il copyright sulla scrittura dei brani, ma sono tecnicismi che per i non addetti ai lavori lasciano il tempo che trovano.

di Federico Bulsara

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