Band Aid e la canzone di Natale
| Cultura
Nel dicembre del 1984 nasce il progetto Band Aid, voluto da Bob Geldof e Midge Ure in sostegno all’Etiopia. Con il meglio degli artisti dell’epoca, la musica diventerà un aiuto concreto per il mondo (e un esempio da imitare).

Band Aid e la canzone di Natale
Nel dicembre del 1984 nasce il progetto Band Aid, voluto da Bob Geldof e Midge Ure in sostegno all’Etiopia. Con il meglio degli artisti dell’epoca, la musica diventerà un aiuto concreto per il mondo (e un esempio da imitare).
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Band Aid e la canzone di Natale
Nel dicembre del 1984 nasce il progetto Band Aid, voluto da Bob Geldof e Midge Ure in sostegno all’Etiopia. Con il meglio degli artisti dell’epoca, la musica diventerà un aiuto concreto per il mondo (e un esempio da imitare).
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Nel novembre 1984 la “Bbc” manda in onda un documentario girato da uno dei suoi migliori giornalisti, Michael Buerk, sulla tragedia degli affamati in Etiopia. Quella sera davanti alla tv c’è anche il cantante dei Boomtown Rats, Bob Geldof, che rimane sconvolto dagli orrori causati dalla carestia che il documentario mostra. Passa tutta la notte a chiedersi cosa possa fare lui, un musicista, per quelle popolazioni. E ha un’illuminazione. Il mattino dopo chiama Midge Ure, il cantante degli Ultravox, e gli espone la sua idea: scrivere insieme un singolo che possa raccogliere fondi per l’Etiopia. Ma la particolarità è che non lo canteranno soltanto loro. Geldof intende radunare un supergruppo composto dai più famosi artisti britannici dell’epoca, così da sensibilizzare il più ampio numero di persone.
L’intenzione è quella di realizzare il tutto in tempo per il periodo natalizio, molto florido per le vendite di dischi. Non è però un’impresa facile, siamo a novembre e il tempo stringe. Geldof contatta così tutte le più celebri popstar anni Ottanta. Chiama subito Simon Le Bon e Sting: entrambi accettano, anche perché all’inizio sono convinti che il brano sia un duetto fra loro due. Poi via via coinvolge tutti gli altri e li convince ad accettare la sfida. Intanto Midge Ure butta giù una traccia, Geldof la ritocca un po’ e pochi giorni dopo su “Bbc Radio 1” annuncia a sorpresa il progetto, che si chiamerà Band Aid.
In un solo giorno (dalle 11 di mattina alle 7 di sera) il brano viene registrato ai Sarm Studios di Notting Hill, non senza difficoltà. David Bowie ad esempio, che doveva cantare il verso iniziale, non arriva in tempo e quindi lo deve sostituire in corsa Paul Young; Boy George arriva all’ultimo da New York, volando a bordo del Concorde; gli Spandau Ballet viaggiano tutta la notte per tornare dalla Germania dove erano in tour e trascorrono le ore precedenti le registrazioni a bere in un bar in compagnia dei loro rivali Duran Duran.
Quando però il singolo intitolato “Do They Know It’s Christmas?” esce nei negozi si colloca subito al primo posto delle classifiche inglesi, restandoci per ben cinque settimane e vendendo nella sola Gran Bretagna oltre tre milioni di copie.
Per la prima volta Geldof ha dimostrato che la musica può fare qualcosa di concreto per il resto del mondo, dando il via a un’onda che viene subito emulata negli Stati Uniti (col progetto “We Are The World”) e in numerosi altri Paesi (Italia inclusa), raggiungendo il suo apice nel Live Aid, il megaconcerto a Wembley e a Philadelphia di qualche mese dopo. Il brano verrà nuovamente inciso anche dieci, venti e trent’anni dopo, sempre per raccogliere fondi a favore di iniziative sociali. Ma tutto ebbe inizio nel dicembre 1984, grazie al coraggio e all’intraprendenza di un gruppo di artisti, capaci di portare a un livello superiore l’impatto che la musica pop può avere sulla società e cambiando per sempre – forse senza nemmeno rendersene conto – la storia del nostro tempo.
di Stefano Faina e Silvio Napolitano
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