Collezioni egizie del Museo di Crema
| Cultura
La città di Crema è stata per molto tempo, senza ragione, una località esclusa dai circuiti turistici lombardi più battuti. Questo fino al successo di “Chiamami col tuo nome”, adattamento cinematografico di James Ivory di un romanzo di André Aciman

Collezioni egizie del Museo di Crema
La città di Crema è stata per molto tempo, senza ragione, una località esclusa dai circuiti turistici lombardi più battuti. Questo fino al successo di “Chiamami col tuo nome”, adattamento cinematografico di James Ivory di un romanzo di André Aciman
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Collezioni egizie del Museo di Crema
La città di Crema è stata per molto tempo, senza ragione, una località esclusa dai circuiti turistici lombardi più battuti. Questo fino al successo di “Chiamami col tuo nome”, adattamento cinematografico di James Ivory di un romanzo di André Aciman
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Il film è stato girato a Crema e nella provincia di Cremona e, a tal proposito, Severgnini scrive sulle colonne del “New York Times” che il suo regista Luca Guadagnino «ha scoperto una qualità onirica a Crema: nelle piazze acciottolate, i vicoli stretti, la splendida luce estiva, l’ombra inaspettata». Inaspettata, solo perché ancora poco nota al grande pubblico in un’Italia che vanta superbe collezioni di antichità egiziane, anche la presenza dal 2019 di una sezione egizia presso il museo cittadino. Questo già ospitava un’importante sezione archeologica ma legata principalmente a ritrovamenti effettuati sul territorio.
Fondato negli anni Sessanta, il Museo di Crema ha sede in una splendida location, ovvero un prestigioso complesso monumentale, originariamente un convento fondato nel 1439 da una comunità di frati agostiniani. La sezione egizia è un unicum tra quelle presenti nel panorama italiano, perché creata totalmente ex novo grazie a donazioni da parte di privati. Il suo nucleo principale è costituito dai reperti della collezione della studiosa e diplomatica Carla Maria Burri, donati al museo per sua volontà testamentaria. All’inizio del 2020, la sezione è stata ulteriormente incrementata grazie al lascito di antichità dei coniugi Camillo Lucchi e Carla Campari, legati a Carla Burri da profonda amicizia. Attualmente le collezioni egizie del museo – arricchite anche dalla recente donazione Guerreschi-Pozzi – contano circa duecento reperti, la maggior parte dei quali esposti al pubblico.
In virtù di tale peculiarità, il Museo di Crema si è fatto promotore, sotto l’egida della Soprintendenza competente, di un convegno internazionale che vedrà ben 23 comunicazioni con relatori provenienti da diverse istituzioni: dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, dalla Germania all’Australia. Il convegno “Collezioni da svelare: l’Italia e le sue raccolte uniche di antichità egiziane”, che si terrà domani e dopodomani nella splendida Sala Pietro da Cemmo, che ospita gli affreschi cinquecenteschi realizzati dal pittore bresciano, vanta un comitato scientifico di illustri studiosi.
Le giornate di studi si pongono quale occasione per presentare realtà collezionistiche che includono raccolte di antichità egiziane pubbliche e in alcuni casi donate da privati, spesso definite “minori”. Studiosi e operatori del settore – afferenti a musei, soprintendenze, atenei e laboratori di restauro – si confronteranno su questo tema. Centralità sarà data inoltre alle collezioni universitarie, spesso sconosciute al pubblico o di difficile accesso ma particolarmente significative per la loro formazione. Focus del convegno sarà dunque l’unicità, nella declinazione più ampia del termine, di tali raccolte egizie variamente distribuite sul territorio italiano.
Di Christian Orsenigo
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Tag: cultura
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