Dottoressa a dispetto del vescovo
Nel 1678 Elena Lucrezia Piscopia discusse la sua tesi per la Facoltà di Filosofia: fu la prima donna laureata della Storia del mondo
Dottoressa a dispetto del vescovo
Nel 1678 Elena Lucrezia Piscopia discusse la sua tesi per la Facoltà di Filosofia: fu la prima donna laureata della Storia del mondo
Dottoressa a dispetto del vescovo
Nel 1678 Elena Lucrezia Piscopia discusse la sua tesi per la Facoltà di Filosofia: fu la prima donna laureata della Storia del mondo
Nel 1678 Elena Lucrezia Piscopia discusse la sua tesi per la Facoltà di Filosofia: fu la prima donna laureata della Storia del mondo
Lo scenario che fa da sfondo a questa storia è la Venezia del 1600, dove vive la famiglia Corner Piscopia, antica stirpe del locale patriziato che ha dato alla città illustri rappresentanti. Come Caterina Corner, ultima regina di Cipro e artefice dell’annessione dell’isola del Mediterraneo alla Serenissima nel tardo 1400. Oltre a lei, anche quattro dogi e numerosi politici e magistrati. Ma dalla fine del 1500 il casato ha iniziato a perdere prestigio e parte della discendenza è stata estromessa dai registri nobiliari. Fra coloro finiti ai margini vi è anche Giovan Battista, a sua volta figlio dell’ex assistente di Galileo Galilei e dell’erede di una famiglia di commercianti fiamminghi. Giovan Battista è un personaggio molto particolare. Si innamora giovanissimo di Zanetta, una ragazza di umili origini che – si vocifera – abbia un passato da prostituta. In città si grida allo scandalo, ma a lui tutto questo non importa. Così la coppia si sposa e mette al mondo sette figli, fra cui Elena Lucrezia.
Nata nel 1646, la bambina mostra sin dalla più tenera età qualità intellettive fuori dal comune. Se ne accorge anche padre Fabbris, il parroco di San Luca, che suggerisce a Giovan Battista di mandare la ragazza a studiare dai benedettini. In quel contesto le doti della piccola Elena hanno modo di emergere in maniera evidente: eccelle nel latino, nel greco e nella filosofia, ma è brillantissima anche nelle discipline scientifiche. In più ha un’incredibile capacità di apprendimento delle lingue, al punto che impara a scrivere e parlare fluentemente in francese, spagnolo ed ebraico. A questo punto entra in scena un altro protagonista di questa vicenda: Carlo Rinaldini, illustre studioso di filosofia e matematica, docente presso l’Università di Padova.
Rinaldini non solo segue la ragazza negli studi, ma ne diviene amico e si fa portatore presso la famiglia Corner di una richiesta inusuale per l’epoca: iscriverla all’Università per fare di lei una laureata. A quei tempi l’accesso alla cultura accademica era a esclusivo appannaggio degli uomini e anche la sola idea che una donna potesse conseguire la laurea appariva un’eventualità assolutamente lontana. Ma Giovan Battista capisce che sua figlia può essere colei che riporterà in alto il nome della famiglia e quindi non solo dà la propria approvazione, ma decide di sostenere la causa in ogni modo possibile. Viene dunque fatta richiesta per la Facoltà di Teologia presso l’ateneo padovano. I vertici dell’Università l’approvano ma è la Chiesa – nella persona del cardinale Barbarigo, vescovo della città – a opporre il proprio veto. Nella nota con cui motiva il rifiuto, l’alto prelato scrive che «dottorar una donna ci renderebbe ridicoli agli occhi del mondo».
Ma Elena non molla, presenta domanda per la Facoltà di Filosofia e il 25 giugno 1678 – assistita da Rinaldini – discute con successo la tesi, divenendo così la prima donna laureata della Storia. Un risultato straordinario che da lì a qualche anno aprirà alla rappresentanza femminile nelle università. Ma è soprattutto la testimonianza della straordinaria abnegazione di una ragazza che, più del riconoscimento del proprio genio, desiderava ottenere una nuova legittimazione per la sua famiglia, divenendo al contempo un esempio per tutte quelle donne che nei secoli hanno combattuto per ottenere un posto nel mondo.
Di Stefano Faina e Silvio Napolitano
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