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Hitler era ebreo, leggenda o verità?

Secondo gli storici la leggenda che Hitler fosse ebreo non è vera. Ma anche lo fosse stata, utilizzarla come metafora per giustificare una guerra dà l’idea di come la propaganda russa eserciti i suoi effetti sui massimi responsabili russi, che non sanno più distinguere la realtà dalle allucinazioni.  
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Hitler era ebreo, leggenda o verità?

Secondo gli storici la leggenda che Hitler fosse ebreo non è vera. Ma anche lo fosse stata, utilizzarla come metafora per giustificare una guerra dà l’idea di come la propaganda russa eserciti i suoi effetti sui massimi responsabili russi, che non sanno più distinguere la realtà dalle allucinazioni.  
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Hitler era ebreo, leggenda o verità?

Secondo gli storici la leggenda che Hitler fosse ebreo non è vera. Ma anche lo fosse stata, utilizzarla come metafora per giustificare una guerra dà l’idea di come la propaganda russa eserciti i suoi effetti sui massimi responsabili russi, che non sanno più distinguere la realtà dalle allucinazioni.  
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Secondo gli storici la leggenda che Hitler fosse ebreo non è vera. Ma anche lo fosse stata, utilizzarla come metafora per giustificare una guerra dà l’idea di come la propaganda russa eserciti i suoi effetti sui massimi responsabili russi, che non sanno più distinguere la realtà dalle allucinazioni.  
«Il fatto che Zelensky sia ebreo non vuol dire che non sia un nazista, anche Hitler secondo me aveva origini ebree ed è ormai noto che i maggiori antisemiti sono proprio gli ebrei». Così il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov a “Rete 4”. Capo dell’Ente nazionale per la memoria dell’Olocausto Tav Vashem, l’israeliano Dani Dayan ha ovviamente subito definito le affermazioni «false, deliranti, pericolose e degne di ogni condanna». Ma ha pure ricordato l’origine di questa storia: il dubbio su chi fosse il nonno paterno di Hitler.  Nato infatti il 7 giugno 1837 in Bassa Austria, Alois Schicklgruber era figlio di Maria Anna Schicklgruber, contadina non sposata di 42 anni. Il prete sul certificato di battesimo lasciò dunque bianco lo spazio riservato al cognome paterno e annotò «illegittimo». Quando il bambino aveva 5 anni, Maria sposò Johann Georg Hiedler. Quando ne aveva 10, morta la madre Alois andò a vivere presso il fratello di Johan Georg: si chiamava Johann Nepomuk Hiedler, era proprietario di una fattoria e lo fece suo erede. Quando ne aveva 39, ormai divenuto ufficiale delle guardie doganali, Alois chiese di cambiare il cognome da Schicklgruber a Hiedler, presentando in parrocchia tre testimoni secondo cui il patrigno morto vent’anni prima lo aveva legittimato. La richiesta fu accolta il 6 gennaio 1877 con la grafia Hitler, poi passata al figlio Adolf. Era davvero Johann Georg suo padre? In realtà, molti storici ritengono più probabile Johann Nepomuk, che però era già sposato. Ma nel 1945 Hans Frank, ex governatore nazista della Polonia poi giustiziato a Norimberga, mentre era in attesa dell’esecuzione tirò fuori con un prete la storia che il vero nonno di Hitler sarebbe stato Leopold Frankenberger, rampollo di una famiglia ebraica di Graz presso cui Maria avrebbe lavorato da domestica. Come spesso accade in queste leggende, la storia non soltanto è stata ritirata fuori spesso ma ha prodotto diverse varianti. Una, ad esempio, è che il padrone ebreo a mettere incinta la serva sarebbe stato un Rothschild in quel di Vienna. Un’altra, che un nipote avrebbe ricattato lo zio Führer, minacciandolo di rivelare le sue origini ebraiche. Paranoie complottiste a parte, l’idea che l’odio di Hitler verso gli ebrei fosse motivato da chi aveva sedotto e abbandonato sua nonna ha intrigato molti e nel 2019 lo psicologo Leonard Sax vi ha dedicato un libro, l’ultimo di una lunga serie in cui si accenna alla questione. Secondo tutti gli storici non esiste però la minima traccia dell’esistenza nel 1837 a Graz di una famiglia ebraica di nome Frankenberger. Ma pure fosse vera: né Hitler né il padre sono mai stati allevati nella cultura ebraica. Insomma, non sarebbero più ebrei di quanto possa essere islamico o jihadista un ciociaro nato dallo stupro di un soldato marocchino di una italiana nel 1944; a meno di non avere una visione deterministica del Dna, questa sì nazista. Sparata come verità storica accertata ed elemento di analisi politica da un uomo di Stato per giustificare una guerra, dà l’idea di come ormai la troppa propaganda impedisca agli stessi massimi responsabili russi di non distinguere più la realtà dalle allucinazioni. di Maurizio Stefanini

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