I 60 anni della Nutella
La nascita della crema spalmabile al cioccolato più famosa al mondo. La golosità nata per errore, che piace a tutti, grandi e piccini
| Cultura
I 60 anni della Nutella
La nascita della crema spalmabile al cioccolato più famosa al mondo. La golosità nata per errore, che piace a tutti, grandi e piccini
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I 60 anni della Nutella
La nascita della crema spalmabile al cioccolato più famosa al mondo. La golosità nata per errore, che piace a tutti, grandi e piccini
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La nascita della crema spalmabile al cioccolato più famosa al mondo. La golosità nata per errore, che piace a tutti, grandi e piccini
Una presenza costante in film, libri e canzoni. È citata da Giorgio Gaber nel capolavoro “Destra-Sinistra” di trent’anni fa, lo stesso ha fatto Ivan Graziani in un pezzo con Renato Zero pubblicato nel 1996. E poi Nanni Moretti, che in “Bianca” l’assapora su una fetta di pane, immerso – nudo e depresso – in un barattolo formato gigante. C’è perfino il World Nutella Day, dall’idea di una blogger americana (ci sono due Nutella Café negli Stati Uniti, fra New York e Chicago, in attesa che ne nasca uno anche in Italia) che ha ispirato una community mondiale di devoti alla crema spalmabile, eccellenza del Made in Italy e simbolo del passaggio di consegne fra le generazioni. Sono passati quasi 60 anni dalla produzione del primo vasetto, uscito dalla fabbrica della Ferrero ad Asti il 20 aprile 1964, in un bicchiere kristal. Ventidue anni prima, il maestro pasticcere Pietro Ferrero aveva aperto un laboratorio ad Alba. La chiave del successo era stata l’uso delle nocciole, di cui in Piemonte c’è abbondanza: mescolata al burro di cocco la crema era stata resa più morbida e spalmabile. Ecco quindi la pasta Giandujot, un panetto di cioccolato gianduia (da tagliare e gustare su una fetta di pane) che però nel 1949 aveva iniziato a fondere per un’ondata di caldo anomalo e quindi era stato riposto in vari contenitori.
Il caso e l’ingegno: due anni dopo sarebbe nata la SuperCrema, prodigio nato dall’operosità italiana sollecitata dalla voglia di rinascere del Paese che soltanto attraverso il talento – in una realtà mai ricca di materie prime – si andava a risollevare dalle devastazioni prodotte dalla Seconda guerra mondiale. Nel 1962 era stata però approvata una norma che vietava l’uso dei superlativi nei marchi e prodotti. Fu così che Michele Ferrero – erede di Pietro – depositò il brevetto della Nutella. Ancora una volta, la capacità di produrre un capolavoro da un cavillo burocratico motivato da chissà cosa. Lo spot di Carosello nel 1967 (e qui subentra l’intreccio con la Rai, altro pezzo di storia di questo Paese che si celebra a Sanremo) certificherà il mito della Nutella, costruito sulla serie animata del gigante amico: così la crema di nocciola più famosa è arrivata ai bambini e agli adolescenti. Se vogliamo, la Nutella è la nostra Coca Cola. Come la bibita americana conta decine di imitazioni. Quasi 10 anni fa è stato emesso un francobollo ordinario per il 50esimo anniversario della sua creazione. È un pezzo del puzzle che tiene assieme la nostra cultura pop, specialmente per la generazione che va dai 40 ai 50 anni e anche oltre. Cacao, nocciole, una fetta di pane: un sogno consumato in pochi morsi mentre l’Italia assaporava la dolcezza del miracolo economico e dall’altra parte del mondo si viveva invece l’amarezza tragica della guerra in Vietnam. Oggi di quei vasetti se ne producono oltre 550mila al giorno. E un paio d’anni fa c’è stato il boom dei Nutella Biscuits. Insomma è un pezzo di Italia che non conosce crisi e steccati. Piace a tutti, fa gola a tutti: un cucchiaio e si torna bambini.
Di Nicola Sellitti
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