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Maria Callas

Il centenario dell’eterna Maria Callas

Oggi ricorre il centenario dell’eterna Maria Callas. Una donna estremamente contemporanea per l’epoca che rese la sua vita straordinaria
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Il centenario dell’eterna Maria Callas

Oggi ricorre il centenario dell’eterna Maria Callas. Una donna estremamente contemporanea per l’epoca che rese la sua vita straordinaria
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Il centenario dell’eterna Maria Callas

Oggi ricorre il centenario dell’eterna Maria Callas. Una donna estremamente contemporanea per l’epoca che rese la sua vita straordinaria
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Oggi ricorre il centenario dell’eterna Maria Callas. Una donna estremamente contemporanea per l’epoca che rese la sua vita straordinaria
Giusto un secolo fa nasceva Anna Maria Cecilia Sofia Kalogeropoulou, cognome che negli Stati Uniti, dove i genitori erano emigrati nel 1923, venne semplificato in Kalos per poi diventare Callas. L’atto di nascita riporta la data del 3 dicembre, la madre e la cantante concordavano sul 4 ma oggi è ormai assodato che la data precisa fosse quella riportata sul passaporto: il 2 dicembre. Concepita in Grecia, Maria nacque a New York con un peso che merita di essere riportato per la sua eccezionalità: oltre sei chili. Prima di diventare la donna affascinante e filiforme che avrebbe primeggiato sulle copertine dei rotocalchi di tutto il mondo, ebbe seri problemi di peso che soltanto una dieta ferrea come la sua volontà riuscì a risolvere definitivamente. Disciplina e determinazione le vennero inculcate al Conservatorio di Atene da Elvira de Hidalgo, che le insegnò ad abbellire una voce non certo perfetta ma capace di passare dai toni gravi ai più acuti senza mai perdere espressività e naturalezza. In una parola, unica. Al suo successo contribuì anche il marito, l’italiano Giovanni Battista Meneghini, ricco imprenditore veneto che a un certo punto si dedicò completamente alla carriera della moglie. I due vissero in una splendida villa a Sirmione, sul Lago di Garda, finita in eredità alla servitù e trasformata oggi in un residence di lusso. Naturalizzata italiana e in seconda battuta greca, Callas lasciò Meneghini dopo dieci anni di un matrimonio che aveva conosciuto più bassi che alti. La “Divina” fu un personaggio straordinariamente moderno per l’epoca: aveva capito – suo malgrado – che il segreto per restare sulla cresta dell’onda era quello di far parlare di sé. Nel bene come nel male. Aveva imparato a ignorare i fischi così come i ravanelli che qualche maleducato era capace di lanciarle alla fine di un’esibizione meno riuscita. Non fu invece mai capace di farsi una ragione dell’amore finito con Aristotele Onassis, l’armatore (greco come lei) che le preferì Jackie Kennedy, fresca vedova del presidente degli Stati Uniti. Eppure erano stati percepiti dall’esterno come la coppia perfetta, soprattutto dal popolo greco – in quel momento fra i più poveri e arretrati d’Europa – che in loro intravedeva una possibilità di riscatto e orgoglio nazionale a livello mondiale. Ma non bastò. Il loro legame dovette fare i conti anche con una dura prova: la scomparsa nel 1960 del figlio Omero, morto subito dopo la nascita a causa di un’insufficienza respiratoria e sepolto nel cimitero di Bruzzano, alle porte di Milano. Callas venne trovata morta a soli 53 anni nel suo appartamento di Parigi, da dove non usciva praticamente più, incapace di gestire una fama schiacciante che l’aveva portata all’isolamento. Della soprano si è scritto e detto tutto il possibile, eppure il suo fascino resta ancora intatto e magnetico. Quegli occhi grandi, il modo di muoversi sulla scena, il naso importante ma su di lei perfetto continuano a incantare milioni di ascoltatori attratti, più che dal resto, dalla sua voce inconfondibile. di Ilaria Cuzzolin  

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