
Il naso della discordia di Bradley Cooper
Bradley Cooper accusato di antisemitismo a causa del suo naso nel film da lui diretto e interpretato “Maestro”, in concorso al Festival del Cinema di Venezia
| Cultura
Il naso della discordia di Bradley Cooper
Bradley Cooper accusato di antisemitismo a causa del suo naso nel film da lui diretto e interpretato “Maestro”, in concorso al Festival del Cinema di Venezia
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Il naso della discordia di Bradley Cooper
Bradley Cooper accusato di antisemitismo a causa del suo naso nel film da lui diretto e interpretato “Maestro”, in concorso al Festival del Cinema di Venezia
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Bradley Cooper accusato di antisemitismo a causa del suo naso nel film da lui diretto e interpretato “Maestro”, in concorso al Festival del Cinema di Venezia
Ci risiamo. L’ennesimo pretesto per amplificare polemiche inconsistenti, utilizzando il web come ‘sfogometro’. Questa volta a farne le spese Bradley Cooper e il suo film “Maestro” che verrà presentato alla prossima edizione del Festival del Cinema di Venezia.
La pellicola, da lui diretta e interpretata, racconta la travagliata storia d’amore tra il celebre compositore Leonard Bernstein, scomparso nel 1990, e sua moglie Felicia Montealegre, interpretata da Carey Mulligan. La critica succeduta alla pubblicazione del trailer è di antisemitismo. Si, avete capito bene: antisemitismo.
Bradley Cooper avrebbe accentuato la grandezza e la forma arcuata del naso di Bernstein come da ‘tipico’ naso ebreo. E no, non per rendere ancora più realistica l’interpretazione, ma per seguire uno stereotipo neanche così velatamente razzista. Si tratterebbe di un altro caso di ‘whitewashing’ nel cinema, ovvero quel fenomeno di assegnare a un attore caucasico il ruolo di un personaggio di un’altra etnia per agevolare l’immedesimazione del pubblico.
A nulla sono valse le difese dei parenti del maestro – direttore dell’Orchestra filarmonica d’Israele, direttore musicale della New York Philharmonic, conosciuto soprattutto per le musiche del musical West Side Story – che hanno commentato su X-Twitter: “Siamo completamente d’accordo con la sua decisione di usare un trucco per amplificare la sua somiglianza. Siamo certi anche che nostro padre non avrebbe avuto problemi”.
Uno dei film più attesi della prossima edizione veneziana, già condannato dal trailer. A naso, tutto questo, ci sentiamo di definirlo politically (s)correct.
di Raffaela Mercurio
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