Il più grande film non realizzato
L’elenco dei grandi progetti cinematografici incompiuti è polposo, ma nessuno di questi può vantare la storia del “Dune” di Alejandro Jodorowsky
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Il più grande film non realizzato
L’elenco dei grandi progetti cinematografici incompiuti è polposo, ma nessuno di questi può vantare la storia del “Dune” di Alejandro Jodorowsky
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L’elenco dei grandi progetti cinematografici incompiuti è polposo, ma nessuno di questi può vantare la storia del “Dune” di Alejandro Jodorowsky
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L’elenco dei grandi progetti cinematografici incompiuti è polposo, ma nessuno di questi può vantare la storia del “Dune” di Alejandro Jodorowsky
Da “L’assedio di Leningrado” di Sergio Leone al “Napoleone” di Stanley Kubrick, l’elenco dei grandi progetti cinematografici incompiuti è polposo, ma nessuno di questi può vantare la storia del “Dune” di Alejandro Jodorowsky. Il «lungometraggio più importante nella storia dell’umanità» – questa la definizione dello stravagante cineasta nato in Cile e figlio di due ebrei emigrati dall’Unione Sovietica – avrebbe potuto scardinare le regole della settima arte in maniera irreversibile, ma così non è stato. Eppure c’è il lieto fine: nonostante il fallimento, l’ambizioso progetto ha lasciato un’impronta su molti capolavori realizzati negli stessi anni.
È il 1975. Dopo dieci anni di teatro d’avanguardia, Jodorowsky è reduce dal successo di “El Topo” e “La montagna sacra”, opere (o meglio esperienze) caratterizzate da un surrealismo provocatorio e grondanti di orrori e magia. È il cineasta intellettuale più ricercato del mondo, i produttori sono disposti a tutto pur di finanziare un suo film. Il genio di Tocopilla non vuole rimanere nella comfort zone, anzi la sua ambizione cresce esponenzialmente con il passare dei giorni. Grazie a un amico entra in contatto con “Dune” di Frank Herbert, la ‘Bibbia della fantascienza’: un’avventura epica che racconta la sfida fra la dinastia Atreides e quella Harkonnen per il controllo del pianeta deserto Arrakis, unico luogo di produzione, raccolta e raffinazione del Melange (o Spezia), una sorta di droga che espande la coscienza e rappresenta uno dei più importanti beni dell’intero universo. Una sfida incredibile, quasi insormontabile. Ma non per Jodorowsky.
“Dune” parla di ecologia, filosofia, politica, religione, guerra e molto altro. Un romanzo denso, stratificato, difficile da maneggiare. Ma la visionarietà di Jodorowsky non ha limiti: il regista immagina un profeta per cambiare le giovani menti del mondo intero, un’opera in grado di dare le allucinazioni senza dover fare uso di droghe, un lungometraggio sacro e libero con una nuova prospettiva. «Per me il cinema è arte, è più di un’industria: è la ricerca dell’anima umana», questo il suo credo. E così inizia la folle impresa insieme al produttore Michel Seydoux: il primo passo è la costruzione della squadra, non talenti ma veri e propri guerrieri spirituali. Risultato? Un team incredibile: i designer H. R. Giger, Moebius e Chris Foss, l’esperto di effetti speciali Dan O’Bannon, i Pink Floyd per la colonna sonora.
Ancora più incredibile il cast: da David Carradine a Mick Jagger, passando per Alain Delon e Udo Kier, fino a Salvador Dalì e Orson Welles. Il celebre artista convinto con una paga da 100mila dollari al minuto (con una parte di 3-5 minuti), il regista di “Quarto Potere” con l’ingaggio del cuoco del suo ristorante parigino preferito. Jodorowsky recluta anche il figlioletto per il ruolo principale di Luke e lo fa allenare per un anno nelle arti marziali. Sembra tutto pronto, ma qualcosa va storto e nel giro di pochi giorni la situazione precipita. Mancano 5 milioni di dollari per completare il budget di 15 milioni, gli studios hollywoodiani non vogliono rischiare: preferiscono idee già sperimentate, il “Dune” di Jodorowsky è troppo ambizioso. In particolare, le major temono la fantascienza fatta di idee spirituali-metafisiche e soprattutto la durata pensata dal regista: 10-14 ore. Il progetto naufraga, un flop su (quasi) tutta la linea. Qualche anno più tardi, nel 1984, “Dune” verrà portato sul grande schermo da David Lynch con risultati imbarazzanti.
Nonostante la delusione per il sogno infranto, Jodorowsky è riuscito a tracciare ugualmente un solco nella storia del cinema di fantascienza: lo straordinario storyboard del suo “Dune” ha influenzato l’immaginario hollywoodiano dell’epoca. “Flash Gordon”, “Terminator”, “I predatori dell’arca perduta”, “I dominatori dell’universo” e soprattutto “Guerre Stellari” devono molto a quello che ancora oggi è il più grande film non realizzato.
Di Massimo Balsamo
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