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Papa Francesco

La memoria visual della Santa Sede

La sfida culturale lanciata due anni fa da papa Francesco ha trovato una prima importante risposta grazie alla Fondazione MAC
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La memoria visual della Santa Sede

La sfida culturale lanciata due anni fa da papa Francesco ha trovato una prima importante risposta grazie alla Fondazione MAC
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La memoria visual della Santa Sede

La sfida culturale lanciata due anni fa da papa Francesco ha trovato una prima importante risposta grazie alla Fondazione MAC
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La sfida culturale lanciata due anni fa da papa Francesco ha trovato una prima importante risposta grazie alla Fondazione MAC
«Dobbiamo essere bravi custodi della “memoria per immagini” per trasmetterla ai nostri figli, ai nostri nipoti. Viviamo nel tempo dell’immagine e questo tipo di documenti è ormai diventato per la nostra storia – e sempre più lo diventerà – un complemento permanente alla documentazione scritta. Per di più si tratta di documenti dal carattere intrinsecamente universale perché trascendono i confini linguistici e culturali e possono essere compresi con immediatezza da tutti. Non bisogna sottovalutare l’importanza di questi documenti che, pur essendo un patrimonio recente, è paradossalmente molto fragile e necessita di costanti cure: molto è già andato perso a causa dell’incuria e della mancanza di risorse e competenze».  
Mons. Viganò
Mons. Viganò
  Sono alcuni dei passaggi centrali dell’intervista dedicata al cinema che papa Francesco concesse a mons. Dario Edoardo Viganò per il suo volume Lo sguardo: porta del cuore. Il neorealismo tra memoria e attualità (Effatà, 2021). Un’intervista che conteneva anche una sorta di programma di lavoro. Proseguiva infatti il papa: «Su questo fronte dobbiamo fare di più, anche come Chiesa. Penso a un’istituzione che funzioni da Archivio Centrale per la conservazione permanente e ordinata secondo i criteri scientifici, dei fondi storici audiovisivi degli organismi della Santa Sede e della Chiesa universale». Questa sfida culturale lanciata da papa Francesco è oggi stata raccolta dalla Fondazione Memorie Audiovisive del Cattolicesimo (MAC), presieduta dallo stesso Viganò, che si è riunita per la prima plenaria del Consiglio di Amministrazione e del Comitato Scientifico presso la Biblioteca Apostolica Vaticana lo scorso 2 maggio. «La Fondazione MAC – spiega Viganò – di fatto è un primo passo nella direzione auspicata da Francesco. I nostri punti di forza sono la condivisione e l’eccellenza; infatti già dalla sua costituzione, MAC unisce realtà leader nel campo dello studio e conservazione dell’audiovisivo. Cogliamo tutta la forza del digitale e pensiamo di poter attrarre interesse pubblico e privato per avviare progetti che favoriscano un lavoro di rete tra università, enti di ricerca, cineteche, archivi e istituti di conservazione. Ci vediamo come una struttura ponte che costruisce ponti e reti con altre realtà». Il percorso che ha condotto alla nascita della Fondazione ha in realtà radici lontane: già nel 2017 Viganò, allora prefetto della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede, organizzò un convegno insieme alla Scuola Normale Superiore di Pisa dedicato al 60° anniversario dell’enciclica di Pio XIII Miranda Prorsus su cinema, radio e televisione intitolato La Santa Sede nell’età della comunicazione di massa. Un convegno che si tenne nella Sala Deskur della Filmoteca Vaticana a cui parteciparono autorevoli studiosi di varie università italiane che di fatto gettò un seme richiamando l’attenzione sull’urgenza della tutela della memoria audiovisiva del cattolicesimo, valorizzando nello stesso tempo l’importanza di una lettura storico-critica del rapporto tra la Chiesa e i media. Che l’intuizione di papa Francesco sia giusta lo ha confermato poi il lavoro di carotaggio svolto a partire dal 2021 dal Centro di ricerca Catholicism and Audiovisual Studies (CAST) dell’Università Telematica Internazionale UniNettuno, che negli ultimi mesi ha impostato un’attività di largo respiro su questi temi: nello scorso giugno oltre 40 relatori hanno partecipato a un convegno internazionale organizzato dal CAST che ha puntato a realizzare un primo stato dell’arte sulle fonti audiovisive e le pratiche di ricerca per lo studio della storia del cattolicesimo contemporaneo, mostrando quanto vasto e proficuo possa essere il lavoro su tematiche fino ad oggi scarsamente considerate dagli storici. «Stiamo lavorando ad un portale storico, una digital library tematica – spiega Gianluca della Maggiore, direttore del CAST e oggi membro del Comitato scientifico di MAC – che attraverso un unico punto di accesso online consenta la connessione del patrimonio storico audiovisivo del cattolicesimo, oggi disseminato nelle collezioni dei più svariati soggetti conservatori. La sfida è quella di accogliere sul portale documenti storici di varia tipologia (audiovisivi, fotografie, carte, opuscoli, manifesti) connettendo le realtà eterogenee che li conservano e valorizzando i loro patrimoni». La Fondazione MAC è oggi riuscita a riunire nel suo Comitato scientifico le eccellenze della cultura cinetecaria e degli studi storici sul cattolicesimo. Mons. Angelo Vincenzo Zani, archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa e membro del Comitato scientifico sostiene che «la recente Costituzione apostolica Praedicate Evangelium, assegna alla Biblioteca Apostolica Vaticana il compito ‘di raccogliere e conservare un patrimonio ricchissimo di scienza e di arte e di metterlo a disposizione degli studiosi che ricercano la verità’ ed in questo ambito è da inquadrare anche l’orizzonte di attività della Fondazione». La sfida culturale lanciata due anni fa da papa Francesco trova dunque oggi una prima importante risposta: non per caso lo stesso pontefice ha accolto con grande favore la nascita della Fondazione MAC indirizzando ai suoi membri un significativo messaggio augurale: «Gli obiettivi che la vostra Fondazione intende perseguire – scrive il papa – rispondono ad una reale urgenza culturale per tutta la Chiesa. Per questi motivi accolgo con grande favore la nascita di una Fondazione come la vostra, che si pone come scopo principale il recupero, la preservazione e la valorizzazione del patrimonio storico audiovisiva e di quello documentale ad esso collegato, relativo al cattolicesimo». Di Fulvio Giuliani

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