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Marte

La notte su Marte – IL VIDEO

Il ruolo dell’Italia nel programma Artemis: un altro passo verso la conquista di Marte. Il 16 dicembre 2024 si celebrano i 60 anni dell’Italia nello spazio

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Il ruolo dell’Italia nel programma Artemis: un altro passo verso la conquista di Marte. Il 16 dicembre 2024 si celebrano i 60 anni dell’Italia nello spazio

In queste immagini riprese dall’occhio elettronico del rover Curiosity è possibile ammirare la volta celeste del pianeta rosso. Una visione ancestrale della Via Lattea accompagnata dal sibilo dei venti marziani molto simile a quella che osservavano i nostri padri prima della rivoluzione industriale. Curiosity è uno dei 5 rover che dal 1997 a oggi solcano il suolo di Marte alla ricerca di indizi e informazioni sulla storia geologica e sulle condizioni atmosferiche del nostro vicino di sistema. L’obiettivo di questi rover è quello di gettare le basi per una possibile presenza umana sul suolo di Marte e capire se esiste la possibilità di effettuare una “terraformazione”, ovvero un ipotetico processo artificiale di trasformazione del pianeta di modo da renderlo abitabile per i terrestri. I rover fino ad oggi hanno rivelato la presenza di minerali argillosi e salini dimostrando che su Marte anticamente vi erano corsi d’acqua e condizioni tali da permettere la presenza di forme di vita primordiali. Inoltre, sono state individuate molecole organiche e metano nell’atmosfera che suggeriscono una potenziale attività biologica e geologica indicando. La speranza è che in futuro il pianeta possa diventare favorevole alla vita umana anche se le condizioni attuali ancora non lo permettono. 

Un giorno su Marte dura 24 ore e 39 minuti ed è chiamato sol, un anno invece dura 687 sol. Il suo diametro è circa la metà di quello terrestre e la sua atmosfera è composta principalmente da anidride carbonica (95%), con tracce di azoto e argon. Le temperature variano da -125 °C a 20 °C, con una media di circa -63 °C. Per riscaldare Marte si potrebbero generare artificialmente dei gas serra, come il diossido di carbonio, e posizionare in orbita degli specchi per riflettere la luce del sole sul pianeta. Per quanto riguarda l’acqua allo stato liquido si potrebbero sciogliere i poli e deviare su Marte comete o asteroidi ricchi d’acqua. L’introduzione di organismi fotosintetici come alghe o piante dovrebbe aumentare la quantità di ossigeno disponibile nell’atmosfera. Infine, si dovrebbe dare vita a un ecosistema creando piante geneticamente modificate per adattarsi alle condizioni marziane e introdurre microbi estremofili che possano sopravvivere alle condizioni marziane per iniziare a modificare il suolo. Secondo gli studiosi, per attuare queste operazioni di terraformazione servirebbero migliaia se non milioni di anni, senza contare che al momento è come parlare di fantascienza dato che non esistono le risorse e nemmeno le tecnologie necessarie. 

Il tempo medio impiegato per raggiungere Marte è tra i 6 e i 9 mesi e molte agenzie spaziali stanno implementando le loro tecnologie in modo da poter inviare il primo equipaggio umano. Il patron di Space X ha dichiarato che tra due anni comincerà a inviare i primi voli senza equipaggio per effettuare dei test e che entro i prossimi 20 anni intende costruire una città autosufficiente. Il terreno di prova è la missione Artemis, una missione NASA che mira a trasformare la Luna in un porto spaziale. Con una forza di gravità 6 volte inferiore a quella terrestre, infatti, lanciare velivoli risulterebbe molto più sostenibile in termini economici. Il nostro satellite diventerà così una stazione di lancio con una cittadella autosufficiente e una presenza umana costante entro il 2028. Un luogo dove effettuare esperimenti testando strategie e tecnologie per la vita su Marte. In questo progetto l’Italia ha un ruolo significativo, l’ASI (Agenzia Spaziale Italiana), infatti, sta implementando il primo modulo del programma Artemis che arriverà sulla Luna e permetterà il soggiorno in sicurezza degli astronauti. Il primo insediamento lunare, dunque, sarà made in Italy, anche se con lo sviluppo di oltre il 50% del volume abitabile della ISS, il nostro paese ha marcato la storia delle infrastrutture spaziali fin dalle origini. Il nostro viaggio verso le stelle è cominciato il 16 dicembre 1964 con il lancio in orbita del San Marco I, il satellite che ci ha consacrato come la terza nazione al mondo a raggiungere lo spazio, dopo Russia e Stati Uniti. Lunedì si celebra il 60esimo anniversario e in occasione della giornata nazionale dedicata allo spazio ci saranno eventi a tema su tutto lo stivale.

di Angelo Annese

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