Le città dei bambini: inaugura “Playing Ground” a BASE Milano
Come sarebbero le città se a progettarle fossero i bambini? Lo scopriamo insieme all’artista Isabella Martin nell’installazione inaugurata a Base Milano
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Le città dei bambini: inaugura “Playing Ground” a BASE Milano
Come sarebbero le città se a progettarle fossero i bambini? Lo scopriamo insieme all’artista Isabella Martin nell’installazione inaugurata a Base Milano
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Le città dei bambini: inaugura “Playing Ground” a BASE Milano
Come sarebbero le città se a progettarle fossero i bambini? Lo scopriamo insieme all’artista Isabella Martin nell’installazione inaugurata a Base Milano
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Come sarebbero le città se a progettarle fossero i bambini? Lo scopriamo insieme all’artista Isabella Martin nell’installazione inaugurata a Base Milano
Come sarebbero le città se a progettarle fossero i bambini? È quello che ha provato ad indagare l’artista Isabella Martin, autrice dell’installazione di arte pubblica ‘Playing Ground’ inaugurata questa mattina a BASE Milano.
“Orologi ovunque”, “molta nebbia e caverne”, “più̀ animali selvatici”: sono solo alcune delle frasi che sventoleranno dalle bandiere e illumineranno gli spazi del centro culturale poli-funzionale BASE in Via Tortona che da questa primavera ha coinvolto le alunne e gli alunni dell’Istituto Comprensivo Moisé Loira in un percorso di residenza e laboratori guidato da Isabella Martin sul significato dell’abitare la città.
L’artista ha raccontato di aver giocato insieme ai bambini “con il terreno sotto i nostri piedi, esplorando cosa la città sarebbe potuta diventare. Le bambine e i bambini hanno prodotto delle vere e proprie opere d’arte che esprimono idee, speranze e paure sul futuro della città”.
Isabella Martin, inglese, è un’artista visiva che lavora con le persone e i luoghi, esplorando il modo in cui ci adattiamo al mondo e ci mettiamo in relazione con la realtà circostante. Ma se le indagini sul rapporto città-uomo sono diffuse, la relazione attraverso gli occhi di un bambino è troppo poco indagata. Semmai, mediata dall’adulto.
I risultati sono due opere sorprendenti e nient’affatto banali: ‘Tornatinta’ e ‘Alcune volte c’è il sole altre la luna’.
La prima è una serie di bandiere illustrate che raccontano una Milano diversa in cui gli elementi quotidiano si trasformano e acquisiscono nuovi significati. La molla di un giocattolo da parco giochi, ad esempio, diventa un filo telefonico, i fiori sono edifici, la trama di una panchina diventa una catena montuosa.
La seconda opera diventa una scritta led i cui colori, il giallo della sabbia della spiaggia e il blu dell’oceano, sono ispirati dalla voglia di mare dei bambini. “Se la città potesse muoversi – ragionano – potremmo avvicinarci ad essa”.
Il progetto Playing Ground è finanziato dalla Fondazione Maurizio Fragiacomo con il supporto della Danish Arts Foundation e il parter tecnico Milano Sign.
di Raffaela Mercurio
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