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Le metropoli distopiche di Alessandro Cemolin

La storia di Alessandro Cemolin, un artista italiano che dal 2008 ha trasferito la sua attività da Treviso a Berlino, ci insegna come passione, studio, ricerca e sperimentazione siano alla base del successo di un artista che sta catalizzando l’attenzione della critica più esigente.
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Alessandro Cemolin è un artista italiano che dal 2008 ha trasferito la sua attività da Treviso a Berlino. La Germania l’ha accolto e valorizzato al meglio, riconoscendone peculiarità uniche e molto interessanti. Il suo studio in Haus Schwarzenberg è un concentrato d’arte e artisti di ogni genere, luogo in cui Cemolin crea le sue metropoli distopiche. L’artista è l’ideatore di un linguaggio creativo in costante evoluzione, i suoi paesaggi urbani sono esempi magistrali di padronanza della tecnica del disegno e visioni su un futuro in cui ordine e caos emergono e sprofondano, alimentando una tridimensionalità straordinaria.

La riproduzione di ponti, strade, passaggi e architetture moderne è curata nei più minuscoli dettagli, con un’attenzione quasi maniacale.

Le sue metropoli equivalgono a un’enorme metafora urbanistica della vita, della sua relativa complessità e caducità. Le città-labirinto dell’artista sono portatrici di emozioni e messaggi che suggeriscono una nuova dimensione contemporanea, legata al paesaggio urbano sempre più esasperato nella ricerca di una rinnovata reinterpretazione degli spazi. Le opere di Cemolin, disegnate e dipinte, giocano con la ricerca della terza dimensione fino a ricrearla concretamente in una sintesi estrema fra pittura e scultura. Le metropoli emergono dalla tela e assumono corpo e spessore grazie anche all’utilizzo del cartone, composto all’80% da materiale di riciclo.

Passione, studio, ricerca, sperimentazione e raffinata cultura artistica con un’apertura mentale internazionale sono alla base del successo di un artista che sta pian piano catalizzando l’attenzione della critica più esigente. Le opere di Alessandro Cemolin aprono svariati scenari interpretativi da un lato ponendo interrogativi sui futuri equilibri urbani, dall’altro riportando alla memoria le prime eclatanti intuizioni creative del noto incisore Giovanni Battista Piranesi (1720-1778).

Non è un caso se “Le Cerceri” – opera realizzata nel 1745 attraverso la tecnica dell’acquaforte e oggi custodita presso la Staatliche Kunstsammlungen di Dresda – ha influito sulla sensibilità espressiva di Maurits Cornelis Escher, le cui famose ‘scale impossibili’ ritroviamo tanto nel film “Inception” di Christopher Nolan quanto nel Castello di Hogwarts al centro della saga cinematografica di Harry Potter.

 

Di Alberto Moioli

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