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Massimo Vitali: Il fotografo (non solo) delle spiagge

Massimo Vitali si definisce un «conservatore» – legato alla fotografia analogica e per nulla interessato a svendersi – pur restando un artista contemporaneo interessato ad esempio alla tecnologia Nft
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Massimo Vitali: Il fotografo (non solo) delle spiagge

Massimo Vitali si definisce un «conservatore» – legato alla fotografia analogica e per nulla interessato a svendersi – pur restando un artista contemporaneo interessato ad esempio alla tecnologia Nft
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Massimo Vitali: Il fotografo (non solo) delle spiagge

Massimo Vitali si definisce un «conservatore» – legato alla fotografia analogica e per nulla interessato a svendersi – pur restando un artista contemporaneo interessato ad esempio alla tecnologia Nft
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Massimo Vitali si definisce un «conservatore» – legato alla fotografia analogica e per nulla interessato a svendersi – pur restando un artista contemporaneo interessato ad esempio alla tecnologia Nft

Massimo Vitali è conosciuto dai più come “il fotografo delle spiagge”: un’etichetta che non gli sta stretta ma che racconta ancora troppo poco di uno dei fotografi italiani più famosi al mondo. Ritrovarsi di fronte a uno scatto in grande formato delle spiagge necessita a suo giudizio della stessa concentrazione necessaria per comprendere un’opera pittorica, in cui ogni dettaglio rappresenta una specifica volontà dell’artista; ignorarla significherebbe semplicemente non comprenderne appieno l’intento.

Nato a Como nel 1944, Vitali non ha mai smesso di produrre immagini che potremmo definire “antropologiche”: è attratto dalle folle, dalle masse, dai comportamenti degli esseri umani nella loro quotidianità. La spiaggia è sicuramente il suo luogo prediletto fin dal lontano 1994, quando inizia il suo progetto “Beach Series” subito dopo la prima vittoria elettorale di Silvio Berlusconi: «Volevo vedere – ci spiega – chi fossero gli italiani in quel preciso momento storico». Una serie di fotografie che si è trasformata in una vera e propria indagine sociale e antropologica. «Oggi è cambiato tutto: i colori, i tatuaggi, le pettinature. Ad esempio, un tempo c’erano i calvi, quelli con i capelli riportati, oggi sono rapati a zero. Quel che è più di tutto è cambiato è l’atteggiamento nei confronti della fotografia. In passato, quando scattavo le foto in spiaggia, venivo considerato un povero pazzo. Oggi tutti fotografano tutti e siamo totalmente abituati ad apparire nelle immagini. Il tema della privacy è stato quasi totalmente superato».

La sua passione non si è mai spenta. «Sono un fan del cambiamento e mi piace esserne un testimone. Tutto cambia e io resto sempre coinvolto come il primo giorno del 1994». Nella sua lunghissima carriera – passata anche attraverso il cinema e la televisione – ha sempre fatto ritorno alla fotografia, anche se ormai a ‘bruciargli’ dentro non è più la stessa fiamma di un tempo. Effetto anche dell’irruzione dei social network, che per l’arte sono una croce e una delizia. «Il mio approccio ai social è una battaglia continua. Le mie immagini hanno uno stile antitetico al loro. È dura, ma non posso certo snaturarmi».

Si definisce infatti un «conservatore» – legato alla fotografia analogica e per nulla interessato a svendersi – pur restando un artista contemporaneo interessato ad esempio alla tecnologia Nft (Non-Fungible Token, in italiano “gettone digitale non riproducibile”) che consente di identificare in modo univoco e sicuro un prodotto digitale creato su Internet. «All’ultima edizione dell’Internet Festival di Pisa ho esposto le mie idee per una maggiore valorizzazione della tecnologia degli Nft, ancora acerba ma nella quale credo molto. Archivio e blockchain viaggiano per me all’unisono. Mi piacerebbe dare il mio contributo proprio attraverso il mio lavoro». Attenti quindi alla prossima estate in spiaggia: Massimo Vitali non ha perso la voglia di catturarvi.

Di Raffaela Mercurio

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