Quarant’anni di Thriller, l’album più venduto di sempre
Quando l’album arriva nei negozi il 30 novembre 1982 sconvolge il mondo: Thriller, album di Michael Jackson più venduto al mondo
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Quarant’anni di Thriller, l’album più venduto di sempre
Quando l’album arriva nei negozi il 30 novembre 1982 sconvolge il mondo: Thriller, album di Michael Jackson più venduto al mondo
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Quarant’anni di Thriller, l’album più venduto di sempre
Quando l’album arriva nei negozi il 30 novembre 1982 sconvolge il mondo: Thriller, album di Michael Jackson più venduto al mondo
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Quando l’album arriva nei negozi il 30 novembre 1982 sconvolge il mondo: Thriller, album di Michael Jackson più venduto al mondo
Nel 1978, sul set di “The Wiz” (adattamento funky e urbano de “Il Mago di Oz” voluto da Sidney Lumet), avviene un incontro destinato a cambiare la cultura pop. I protagonisti sono Quincy Jones, produttore e arrangiatore di grande fama, e Michael Jackson che in quel periodo sta cercando di completare il passaggio da star adolescente ad artista adulto. Un anno dopo esce “Off the Wall”, che impone l’ex bambino prodigio dell’Indiana come artista solista e ne sgancia l’immagine da quella dei Jackson 5, con 9 milioni di copie vendute nei soli Stati Uniti. Ma è soltanto il primo passo di un percorso destinato a fare la Storia. Quando i due tornano in studio tre anni dopo, hanno un obiettivo ambizioso: realizzare un album nel quale nessun brano sia un riempitivo ma soltanto una potenziale hit.
Ne selezionano 9 su una rosa di 30 e iniziano a registrare. Michael ci mette il suo talento come interprete e la sua accresciuta consapevolezza come autore, Quincy ci aggiunge l’esperienza e il genio. A partire dal titolo – “Thriller” – che regala da subito un certo fascino. Il produttore lavora al sound per tirare fuori qualcosa di completamente nuovo, sfruttando al massimo la tecnologia dell’epoca. E per dare al tutto una veste ancora più ricca chiama a raccolta alcuni ospiti. Così Paul McCartney duetta con Michael su “The girl is mine”, Steve Porcaro scrive la ballata “Human Nature” e il miglior chitarrista del mondo dell’epoca – Eddie van Halen – arriva in studio, suona un assolo iconico su “Beat It” e se ne va. Vincent Price regala un monologo e una macabra risata alle battute finali della title track, il beat ossessivo di “Billie Jean” fa da sfondo a un testo dove Michael racconta il rapporto fra amore, ossessione e fama, mentre l’iniziale “Wanna be startin’ somethin’” unisce cori afro e ritmi funky disco.
Quando l’album arriva nei negozi il 30 novembre 1982 sconvolge il mondo: dentro c’è tutto quello che abbiamo scritto e anche di più. Non si era mai sentito nulla di simile e il pubblico, chiaramente, ne rimane rapito. A corredo, i singoli che lanciano l’album (sette, tutti finiti in classifica) vengono accompagnati da una serie di video rivoluzionari. Su tutti proprio quello di “Thriller”, pensato come un cortometraggio gothic-pop e diretto da John Landis, che con le sue innovative tecniche di trucco ed effetti ha da poco vinto un Oscar con “Un lupo mannaro americano a Londra”.
L’album vende 38 milioni di copie, batte ogni record e trasforma Michael nel “Re del Pop”. Primo reale esempio di ponte fra la cultura musicale di stampo Motown e il pop ‘bianco’, quel lavoro segnerà però anche l’inizio del distacco del suo autore dalla realtà. Da lì in poi Jackson, vittima della fama e delle sue ossessioni, finirà per isolarsi progressivamente dal mondo, con il personaggio che divorerà l’uomo. Il documentario “Thriller 40”, in uscita negli Stati Uniti, racconta questa favola pop. Quella di un Peter Pan che cercò la sua “Isola che non c’è” per il resto della vita. Senza riuscire a trovarla mai.
di Stefano Faina e Silvio Napolitano
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