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Rosalie è al cinema, intervista a Nadia Tereszkiewicz

È ricordata come la Donna Barbuta Clementine Delait: oggi il cinema la omaggia con “Rosalie” interpretata dall’astro nascente del cinema francese Nadia Tereszkiewicz

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Rosalie è al cinema, intervista a Nadia Tereszkiewicz

È ricordata come la Donna Barbuta Clementine Delait: oggi il cinema la omaggia con “Rosalie” interpretata dall’astro nascente del cinema francese Nadia Tereszkiewicz

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Rosalie è al cinema, intervista a Nadia Tereszkiewicz

È ricordata come la Donna Barbuta Clementine Delait: oggi il cinema la omaggia con “Rosalie” interpretata dall’astro nascente del cinema francese Nadia Tereszkiewicz

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È ricordata come la Donna Barbuta Clementine Delait: oggi il cinema la omaggia con “Rosalie” interpretata dall’astro nascente del cinema francese Nadia Tereszkiewicz

È ricordata come la Donna Barbuta Clementine Delait, la francese nata il 5 marzo 1865 che fece della sua condizione – una rarissima forma di irsutismo – una caratteristica di forza ed emancipazione femminile, liberandosi dallo stigma di fenomeno da baraccone da freak show così in voga all’epoca.

Come sia stato possibile che ad interpretarla magistralmente sul grande schermo sia una donna dalla bellezza evidente, Nadia Tereszkiewicz, è tutto merito del trucco e del talento. “Rosalie” (Wanted Cinema) della regista Stéphanie Di Giusto, presentato nella sezione Un Certain Regard di Cannes 2023, è approdato nelle sale italiane anticipato da un intenso tour alla presenza proprio della Tereszkiewicz.

Ventisei anni e già dieci film di successo alle spalle, un César 2023 come attrice rivelazione e una disinvoltura con la lingua italiana strabiliante: “Ho guardato tanti film e fatto incetta di letteratura italiana. Ho molti amici qui, tutti venuti a congratularsi. Per me è molto importante che questi film colpisca il cuore degli italiani”, ci racconta.

Per entrare in un personaggio del genere non c’è altro modo che scandagliarne l’intimità. I materiali per comprendere la Delait sono pochi, anzi, uno: una fotografia che Nadia ci racconta di aver portato con sé per tutti i giorni del set: “È diventato come un amuleto portafortuna. Ero così attratta dalla potenza del suo sguardo che, ad un certo punto, ho dimenticato la presenza della sua barba. Era quello che dovevo trasmettere”.

Un processo di auto accettazione diventato proprio anche per Nadia che non nega la vergogna iniziale sul set: lei Bella come il sole nei panni della Bestia. Ma la bellezza ha anche un prezzo: “Sono cresciuta nella danza, l’ambiente per antonomasia di controllo sul corpo. Nel cinema ho trovato poi finalmente la mia libertà di essere chi e cosa voglio. Ho sentito di poter contare sulla mia personalità e non sul mio aspetto”.

Anche Nadia utilizza il cinema come strumento di ribaltamento dei punti di vista sul mondo: sul concetto di bellezza, sul concetto di amore, sull’erronea battaglia uomo/donna. “Il cinema è potente, io l’ho capito a 17 anni quando vidi per la prima volta il film “La vie d’Adele”: era la prima volta che vedevo un amore e scene intime tra due donne che non avrei mai conosciuto, chiusa nel mio paesino francese. Il cinema ci ha abituato a vedere cose che non avremmo mai visto o voluto vedere: è o non è questo potere? Ne sono rimasta folgorata”.

Nonostante la sua giovane età, un premio importantissimo campeggia già nella sua libreria dal 2023, il Cesar, per la sua interpretazione in “Forever Young – Les Amandiers” della regista italofrancese Valeria Bruni Tedeschi. Ma Nadia, non si monta la testa: “I premi non significano niente. Arrivano se il tuo lavoro e quello dell’intera squadra hanno fatto centro ma non sono l’obiettivo, semmai una conseguenza. Certo, non lo tengo nascosto: è ben visibile e quando sono giù lo guardo e ricarico le pile del mio entusiasmo”.

di Raffaela Mercurio

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