Nuovo episodio di Star Wars diretto da una donna
| Cultura
Il prossimo film di Star Wars, in uscita nel 2026, sarà diretto dalla regista Sharmeen Obaid-Chinoy. Ma è già polemica tra i fan

Nuovo episodio di Star Wars diretto da una donna
Il prossimo film di Star Wars, in uscita nel 2026, sarà diretto dalla regista Sharmeen Obaid-Chinoy. Ma è già polemica tra i fan
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Nuovo episodio di Star Wars diretto da una donna
Il prossimo film di Star Wars, in uscita nel 2026, sarà diretto dalla regista Sharmeen Obaid-Chinoy. Ma è già polemica tra i fan
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Ormai è assodato: la religione woke è il nemico più pericoloso del cinema e dell’arte in generale. Negli ultimi anni abbiamo assistito a storie stravolte in nome del politicamente corretto, a grandi classici rivisitati per fare contenta questa o quella minoranza. In diversi casi abbiamo fatto i conti con narrazioni dominate da un integralismo inquietante, tale da spingere i cinefili a disertare le sale. Il messaggio è più importante dell’intrattenimento, la stella polare dei soloni. Emblematico il flop della Disney, reduce da una stagione tutt’altro che positiva a causa di questo iper progressismo forzato. In attesa del già criticatissimo remake live action di “Biancaneve e i sette nani”, c’è grande preoccupazione per il destino di “Star Wars”.
Per la prima volta nella storia della saga creata da George Lucas nel 1977, il prossimo film in uscita nel 2026 – che vedrà il ritorno di Daisy Ridley nei panni di Rey – sarà diretto da una donna, la due volte premio Oscar Sharmeen Obaid-Chinoy. La pellicola sarà ambientata dopo gli eventi di “Star Wars: L’ascesa di Skywalker” e Rey Skywalker fonderà un nuovo Ordine Jedi. Una svolta sicuramente interessante, nonostante la direzione femminile all’interno del canone di “Guerre Stellari” non sia gradita alla maggior parte dei fan. Anche le polemiche sulla poca esperienza della cineasta pachistana risultano piuttosto sterili. Ma allora qual è il problema? Il rischio di una versione femminista frutto di estremismo.
A fare scattare l’allarme sono state le dichiarazioni della stessa Sharmeen Obaid-Chinoy: «Sono entusiasta del progetto perché sento che ciò che stiamo per creare è qualcosa di molto speciale. Siamo nel 2024, è giunto il momento che una donna si faccia avanti per plasmare una storia in una galassia lontana lontana». Una posizione tranchant che ha portato molti appassionati del franchise a ipotizzare l’ennesimo flop woke targato Disney. Ma la regista pachistana è soprattutto nota per le sue rivendicazioni talebane: «Mi piace mettere gli uomini a disagio (…), ciò che faccio dovrebbe metterli a disagio» la sua uscita in un panel con Meryl Streep e Jon Stewart.
Anteporre l’ideologia alla storia potrebbe essere l’errore più grande, tale da sfociare nell’ennesimo disastro. I messaggi possono essere importanti ma non devono rappresentare il fulcro: l’intrattenimento prima di tutto. La cultura del risveglio ha stufato e soprattutto fa perdere denaro, dato da non sottovalutare nell’industria cinematografica: è tempo di tornare al buonsenso, anche perché il pubblico – italiano e non – ha dimostrato di avere grande fame di cinema.
di Massimo Balsamo
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