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StoryTennis e arte contemporanea

StoryTennis e arte contemporanea

Cinema, sport, ironia e arte si mescolano in “Storytennis”, lavoro di Matteo Renzoni e Marco Innocenti, in arte Brivido Pop
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Cinema, sport, ironia e arte si mescolano in “Storytennis”, lavoro di Matteo Renzoni e Marco Innocenti, in arte Brivido Pop
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Cinema, sport, ironia e arte si mescolano in “Storytennis”, lavoro di Matteo Renzoni e Marco Innocenti, in arte Brivido Pop
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Cinema, sport, ironia e arte si mescolano in “Storytennis”, lavoro di Matteo Renzoni e Marco Innocenti, in arte Brivido Pop
C’è Adriano Panatta, che con la sua ‘veronica’ sembra volteggiare nel cielo azzurro di Roma come Mary Poppins col suo ombrello. E pure Novak Djokovic, no-vax ritratto con buona dose d’ironia davanti alla locandina del film “La punturina”, con Enrico Montesano ed Edwige Fenech. E molti altri mostri sacri del tennis, con la loro racchetta magari associata a Bud Spencer nella locandina di “Piedone lo sbirro”. Cinema, sport, ironia e arte si mescolano nel lavoro di Matteo Renzoni e Marco Innocenti: il primo è giornalista, scrittore e commentatore di diverse edizioni di Wimbledon; il secondo è un artista romano noto come Brivido Pop. Un duo artistico nato tempo fa un po’ per caso nel centro della Capitale e che ha deciso di riunire in un unico progetto mondi soltanto all’apparenza inconciliabili. Il frutto magico di questa sinergia si chiama “Storytennis”: collage digitali stampati su tela e montati su telaio, dedicati tutti all’affascinante mondo del tennis. «Quando ho letto il libro di Matteo “Colpi di scena” ho ritrovato in quel linguaggio, ricco di vorticosi slanci di fantasia e di riferimenti cinematografici, un po’ del mio lavoro» racconta l’artista Marco Innocenti, autore dal 1997 di diversi manifesti per il cinema. «Ascolto i suoi racconti e creo un collage al cui interno ognuno può vederci altre e infinite storie». Il suo obiettivo è rendere comprensibile, pop il progetto anche a quanti sanno poco o nulla di tennis, riuscendo così a incuriosire lo spettatore grazie alla scoperta di dettagli: «L’aspetto più interessante è la contaminazione, dal testo all’immagine e viceversa, senza tecnicismi. L’idea è quella di restare lontani da tutte quelle cose che finiscono per annoiare in pochi minuti». Nelle tele le pose plastiche dei fuoriclasse della racchetta vengono associate a quelle dei divi di Hollywood così come ai grandi protagonisti dei quadri di Raffaello, Caravaggio e Tiziano. Brivido Pop punta sull’ironia, sottolineando come «molti aspetti siano dissacranti, volutamente scelti per eliminare la tipica eleganza del gesto tennistico». Panatta può somigliare a Mary Poppins così come a John Travolta ne “La febbre del sabato sera”. Entrambi vestiti di bianco, con il braccio al cielo, idoli indiscussi degli anni Settanta. Il risultato è un caos apparente e giocoso che però nasconde un suo senso: «Come accade nelle parole crociate, unendo lentamente i puntini si arriva alla composizione di un’immagine. E tutto acquista significato». Questo progetto transmediale e in continua evoluzione ha già toccato diverse città italiane e in questi giorni è stato presentato a Roma, in occasione degli Internazionali Bnl d’Italia. «È una sinergia aperta e in continua evoluzione. Anche il calcio ci ispira molto, ricco com’è di spunti cinematografici di livello» osserva Renzoni. «Vi accadono talmente tante cose che nessuno può dire chi sarà il protagonista della prossima tela». di Raffaela Mercurio

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