Ancora dubbi su chi la tradì
Sono ancora tanti i dubbi su chi abbia tradito Anna Frank e la sua famiglia. Nel frattempo in Olanda è stato ritirato il libro “Chi ha tradito Anne Frank” di Rosemary Sullivan, pubblicato solo poche settimane fa, dove l’indiziato numero uno era il notaio ebreo Arnold van den Bergh.
Ancora dubbi su chi la tradì
Sono ancora tanti i dubbi su chi abbia tradito Anna Frank e la sua famiglia. Nel frattempo in Olanda è stato ritirato il libro “Chi ha tradito Anne Frank” di Rosemary Sullivan, pubblicato solo poche settimane fa, dove l’indiziato numero uno era il notaio ebreo Arnold van den Bergh.
Ancora dubbi su chi la tradì
Sono ancora tanti i dubbi su chi abbia tradito Anna Frank e la sua famiglia. Nel frattempo in Olanda è stato ritirato il libro “Chi ha tradito Anne Frank” di Rosemary Sullivan, pubblicato solo poche settimane fa, dove l’indiziato numero uno era il notaio ebreo Arnold van den Bergh.
Sono ancora tanti i dubbi su chi abbia tradito Anna Frank e la sua famiglia. Nel frattempo in Olanda è stato ritirato il libro “Chi ha tradito Anne Frank” di Rosemary Sullivan, pubblicato solo poche settimane fa, dove l’indiziato numero uno era il notaio ebreo Arnold van den Bergh.
Sono le 10.30 del 4 agosto del 1944. Alla porta dell’edificio in Prinsengracht 263, sede delle società Opekta e Pectacon, bussano il sergente maggiore delle SS Karl Josef Silberbauer e un gruppo di poliziotti olandesi in abiti civili. Perlustrano il magazzino fino a scoprire l’ingresso, nascosto da una libreria girevole, che dà accesso alla casa dell’ultimo piano. Lì Anna Frank e la sua famiglia, la famiglia Van Pels e il dentista Pfeffer si nascondevano da due anni e un mese dai nazisti.
Poche settimane dopo, il 3 settembre, verranno tutti deportati a Auschwitz-Birkenau dopo un periodo nel campo di transito olandese di Westerbok. Chi abbia tradito la famiglia Frank, dopo quasi 80 anni di ricerche, rimane ancora un mistero. E no, non sarebbe stato nemmeno il notaio ebreo Arnold van den Bergh, diventato l’indiziato numero uno dopo la pubblicazione del libro “Chi ha tradito Anne Frank” di Rosemary Sullivan, pubblicato poche settimane fa.
L’editore olandese Ambo Anthos ha infatti fatto marcia indietro, chiedendo scusa e assicurando che ritarderà la stampa di un’altra tiratura fino a quando non ci saranno prove concrete. Secondo la scrittrice Rosemary Sullivan il notaio ebreo Arnold van den Bergh fu costretto a tradire la famiglia Frank per salvare i suoi cari. Ma per John Goldsmith, presidente della Fondazione Anne Frank, il testo è «pieno di errori» e contribuisce solo a «creare confusione». Così come hanno confermato molti storici e ricercatori internazionali.
Durata cinque anni, l’indagine di Sullivan è stata condotta grazie all’aiuto di decine di ricercatori e archivisti e a un’équipe composta anche da un ex agente dell’Fbi. Per incrociare tutti gli indizi sono stati esaminati documenti inediti e intervistati tutti i discendenti delle persone che conoscevano la famiglia Frank. Un lavoro scrupoloso: secondo Pieter van Twisk, uno dei ricercatori citati nel libro, la loro teoria aveva una «percentuale di probabilità di almeno l’85%». Non abbastanza però per alimentare il dubbio che a tradire Anna Frank e la sua famiglia fosse stato un altro ebreo.
Per la squadra investigativa che ha lavorato sul libro solo tre ipotesi accusatorie, oltre a quella che ha condotto al notaio Arnold van den Bergh, potevano essere percorribili: la delazione di una donna che tradì circa duecento ebrei, la denuncia di una delle segretarie di Otto Frank e il fruttivendolo, fermato dalla Gestapo e costretto a rivelare dove ogni giorno portasse grandi quantità di frutta ufficialmente destinata solo a poche persone. Tutte rimangono ancora in piedi.
di Giacomo Chiuchiolo
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Tag: libri
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