Bruno Vespa punzecchiato dal sindacato Rai: “Vergognoso!”
L’USIGRAI indignata con Vespa per una sua intervista a una ex protagonista del caso Baby Squillo. I fatti come le parole hanno un peso che non si può più ignorare.
| Editoria
Bruno Vespa punzecchiato dal sindacato Rai: “Vergognoso!”
L’USIGRAI indignata con Vespa per una sua intervista a una ex protagonista del caso Baby Squillo. I fatti come le parole hanno un peso che non si può più ignorare.
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Bruno Vespa punzecchiato dal sindacato Rai: “Vergognoso!”
L’USIGRAI indignata con Vespa per una sua intervista a una ex protagonista del caso Baby Squillo. I fatti come le parole hanno un peso che non si può più ignorare.
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L’USIGRAI indignata con Vespa per una sua intervista a una ex protagonista del caso Baby Squillo. I fatti come le parole hanno un peso che non si può più ignorare.
Assurdo ma vero: proprio nei giorni dedicati alla tutela delle donne, si sono verificati due episodi che hanno destato scalpore in una parte dell’opinione pubblica.
Dopo il derby di sabato tra Empoli e Fiorentina, un tifoso, già individuato dalla Polizia, ha palpeggiato la giornalista Greta Beccaglia di Toscana Tv con una naturalezza eloquente e sconcertante. La ragazza ha sporto denuncia: “Quello che mi è successo è inaccettabile – è stato il suo commento – sono stata molestata in diretta tv, mentre stavo facendo il mio lavoro di cronista, nell’indifferenza generale”. Ha fatto discutere molto anche la reazione del giornalista classe ‘56 Giorgio Micheletti che da studio ha detto: “Non prendertela, dai, non prendertela”. La stessa giornalista però ha visto in queste parole la buona fede di un collega più esperto che ha provato a farle mantenere la calma in un momento difficile.
“Credo che lì per lì non sia reso conto di quello che realmente stava accadendo. E nel video che circola in rete si sentono solo quelle due battute. Ma poi, in studio, si è scusato molte volte e mi ha invitata a raccontare l’accaduto e a denunciare”, ci ha tenuto a sottolineare Greta Beccaglia.
C’è una “mancanza di strumenti educativi”, ha sottolineato il Direttore Fulvio Giuliani questa mattina.
LA BUFERA SU BRUNO VESPA
Un altro giornalista, ben più noto al grande pubblico, è finito al centro del dibattito per ragioni che sempre hanno a che fare con i diritti delle donne. Non sono piaciute, infatti, le domande che Bruno Vespa ha rivolto nella puntata di Porta a Porta di giovedì a una delle ragazze – oggi maggiorenne ma all’epoca 14enne – coinvolte nello scandalo “Baby Squillo”, la terribile storia di pedofilia che coinvolse diversi nomi noti della cerchia dei Parioli a Roma. La Commissione pari opportunità dell’USIGRAI, il sindacato dei giornalisti RAI, ha criticato aspramente i toni e i concetti richiamati (e anche omessi) dal conduttore. L’ente ha elogiato l’informazione del servizio pubblico sul tema della violenza contro le donne, escludendo espressamente la “vergognosa intervista” di Bruno Vespa. Al centro del comunicato il fatto che siano “spariti, con le loro responsabilità, gli uomini che si sono approfittati di quelle adolescenti”, si è parlato solo della donna, allora quattordicenne, tra l’altro senza mai definirla vittima. Una domanda come “Quante ragazze hanno fatto la sua stessa scelta e, se possiamo dirlo, il suo stesso errore?” è stata interpretata dal pubblico a casa come inopportuna, quasi accusatoria, nei confronti di una ragazza che all’epoca dei fatti era poco più che una bambina, trattata come un giocattolo da uomini molto più grandi di lei. Alla denuncia di USIGRAI ha fatto eco quella dell’associazione GIULIA (Giornaliste Unite Libere Autonome) con un post su Facebook.LA REPLICA DEL GIORNALISTA
Naturalmente, la replica di Vespa – che ultimamente non sembra essere in buoni rapporti con Mamma Rai, indispettito dall’orario in cui va in onda – non si è fatta attendere: “Rivendico parola per parola la correttezza deontologica dell’intervista alla ‘ragazza dei Parioli’ – ha commentato – mostrata in apertura della puntata come premessa al successivo segmento di donne vittime della violenza maschile. È stata a mio giudizio un’intervista rispettosa, garbata, incoraggiante per la nuova vita della protagonista”. Un problema generazionale c’è, inutile nasconderlo. I giovani si mostrano molto più cauti nell’uso delle parole. A dimostrazione che il lavoro fatto oggi, anche tramite le giornate mondiali a tutela di qualcuno o contro qualcosa, non è inutile. Così come non lo sono i simboli, le manifestazioni, i toni e i termini giusti. Si tratta di un processo progressivo e lento dove l’informazione è formazione sociale, lo strumento per creare massa critica e far maturare consapevolmente il rispetto verso gli altri, chiunque essi siano. di Giovanni PalmisanoLa Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
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