Ciao, Daniel
Daniel Bulla scriveva per il nostro giornale, era brillante e pungente. Era giovane, soprattutto. Se n’è andato, in un giorno di dicembre, senza poter festeggiare il Natale con i suoi bambini
Ciao, Daniel
Daniel Bulla scriveva per il nostro giornale, era brillante e pungente. Era giovane, soprattutto. Se n’è andato, in un giorno di dicembre, senza poter festeggiare il Natale con i suoi bambini
Ciao, Daniel
Daniel Bulla scriveva per il nostro giornale, era brillante e pungente. Era giovane, soprattutto. Se n’è andato, in un giorno di dicembre, senza poter festeggiare il Natale con i suoi bambini
Daniel Bulla scriveva per il nostro giornale, era brillante e pungente. Era giovane, soprattutto. Se n’è andato, in un giorno di dicembre, senza poter festeggiare il Natale con i suoi bambini
Cosa si può dire quando una persona se ne va, giovane e con due figli ancora bambini? Nulla che non sembri retorico, perché non si può che rimanere sgomenti.
Daniel Bulla scriveva per il nostro giornale, era brillante e pungente. Era giovane, soprattutto. Se n’è andato, in un giorno di dicembre, senza poter festeggiare il Natale con i suoi bambini. Quei bimbi di cui raccontava con amore e orgoglio, così come di tutto quello che faceva. L’ultima volta ci avevo parlato prima dell’estate, mi aveva raccontato di un problema agli occhi. Nulla che mi facesse intuire che c’era altro. E invece oggi Daniel non c’è più. E ogni altra parola può sembrare stucchevole. Oggi, c’è solo sgomento e un abbraccio alla moglie, a quei due bambini, a tutti i suoi cari da tutta la redazione de La Ragione.
di Annalisa Grandi
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Tag: giornalismo, Italia
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