Disegnare Topolino, parla Claudio Sciarrone
Intervista a Claudio Sciarrone, autentica colonna del fumetto italiano e dal 1990 di Disney Italia e Topolino
| Editoria
Disegnare Topolino, parla Claudio Sciarrone
Intervista a Claudio Sciarrone, autentica colonna del fumetto italiano e dal 1990 di Disney Italia e Topolino
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Disegnare Topolino, parla Claudio Sciarrone
Intervista a Claudio Sciarrone, autentica colonna del fumetto italiano e dal 1990 di Disney Italia e Topolino
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Intervista a Claudio Sciarrone, autentica colonna del fumetto italiano e dal 1990 di Disney Italia e Topolino
Da qualche anno il fumetto sta vivendo nel nostro Paese una seconda età dell’oro. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Claudio Sciarrone, autentica colonna del fumetto italiano, dal 1990 collaboratore fra gli altri di Disney Italia e uno dei cuori pulsanti del settimanale a fumetti più amato d’Italia: “Topolino”.
«A Milano oggi entri in metropolitana e vedi tutti con lo smartphone. Quando ho iniziato, in metro di mercoledì tutti avevano in mano “Topolino”. Era una botta di adrenalina incredibile» ci ha raccontato Claudio. Cosa si prova a disegnare alcuni fra i personaggi più iconici della storia è presto detto: «È un’immensa gioia e una grande responsabilità. Alcuni colleghi dicono che le loro storie vengono lette da milioni di appassionati nel mondo. È vero, la stragrande maggioranza delle storie Disney mondiali – circa l’80% – sono realizzate da noi artisti italiani, scritte da autori italiani. Sono milioni i lettori che leggono di Topolino e Paperino, noi ne siamo soltanto il tramite. Ti rivolgi a una platea grandissima usando attori così famosi e devi restituirli come te li hanno dati o migliorati se mai possibile. Ognuno porta il proprio mattoncino».
Nel corso degli anni Sciarrone ha interamente disegnato moltissime storie, fra queste quelle di “PK – Paperinik New Adventures”, per poi passare alle prime prove complete d’autore. A partire da “Foglie Rosse”, che ha segnato nel 2020 l’inizio di nuova fase per Topolino, facendo di Claudio – che già era stato un anticipatore dell’uso della tavoletta grafica e di nuove tecnologie – un precursore: «Quella serie divenne un punto di riferimento per storie più emotive, che magari qualcuno osteggiava un pochino. Ma visto l’enorme successo dei manga bisognava cominciare a far capire come anche i nostri personaggi avessero un’interiorità emotiva, dei sentimenti». Da allora lo Sciarrone-Verse si è arricchito di diverse altre storie, come la prima in assoluto in 3D e “Fast Track Mickey”, in edicola in questi giorni con la seconda serie.
Ma nella vita di Claudio non c’è soltanto il topo più famoso del mondo. Oltre al collezionismo di rari cimeli del cinema e a una serie di Spider-Man che sta disegnando per Marvel (distribuita per ora solo all’estero), da qualche mese è uscita per Feltrinelli “Technoldogy”: una graphic novel ideata insieme a Fausto Vitaliano e Francesco Artibani, da lui interamente disegnata. Un lavoro con profonde differenze: «Quando disegni per “Topolino” vai un po’ sul sicuro, il tuo stile veste personaggi che ormai senti tuoi. Al contrario, quando questi nascono dal nulla il disegnatore si trova nel mare aperto delle possibilità, senza punti di riferimento».
Ai giovani che vogliono diventare disegnatori di fumetti Sciarrone offre un consiglio: «Questa professione si costruisce di giorno in giorno. Come Miyagi e Karate Kid: dai la cera, togli la cera. Non ci si deve sentire arrivati. Io credo di non aver mai finito di imparare e questa cosa mi aiuta a stare con i piedi almeno un po’ in terra, mentre la testa rimane sempre orgogliosamente fra le nuvole».
di Federico Arduini
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