L’implacabile Dottor Destino
L’implacabile Dottor Destino
L’implacabile Dottor Destino
Nel 1962 il mondo è già presidiato da una ventina di dittatori, distribuiti con generosità un po’ ovunque sulla nostra Terra. Così quando lo sceneggiatore Stan Lee e il disegnatore Jack Kirby si trovano a dover pensare a un nuovo supercattivo, viene loro naturale pescare da quel mazzo. Il pungolo della ricerca è quello del successo: la loro nuova serie di fumetti intitolata “Fantastici Quattro” – il supergruppo familiare guidato dallo scienziato Reed Richards – sta spopolando nelle edicole ma ha per protagonista una squadra fin troppo potente. Nessun avversario sembra infatti riuscire a competere con l’ingegno di Reed, il potere dell’invisibilità della moglie Sue, la piromania del giovane Johnny e la potenza dell’inscalfibile Cosa. Una quasi onnipotenza che rischia di sgonfiare l’interesse del pubblico, vittima della prevedibilità dell’esito degli scontri.
L’escalation è insomma inevitabile e già al quinto numero della serie appare uno scienziato malvagio, d’ingegno pari a quello del capo dei Fantastici Quattro e vestito con una tunica verde dotata di cappuccio. Sotto il manto un’armatura metallica ricopre completamente il suo corpo, compreso il viso. Un dettaglio inquietante che Kirby realizza ispirandosi sia alla storia vera del prigioniero francese del XVII secolo costretto in una maschera di ferro, sia ai mascheroni funebri delle sepolture antiche. Il concept alla base di questo nuovo personaggio è infatti l’idea della morte, la cui inumanità è resa dalla mancanza di pelle e di espressioni facciali visibili. Un nemico inesorabile e ineluttabile. A partire dal nome: Doctor Doom, il Dottor Destino.
Destino – oltre che laureato – è geniale e spietato. Un Iron Man oscuro che con l’andare del tempo sa addirittura acquisire nuovi poteri, come ad esempio la magia. Già nella sua prima apparizione minaccia il supergruppo privandolo d’aria, un uovo di Colombo assai efficace che tuttavia era sfuggito ai colleghi precedenti. Al netto delle minacce camp tipiche dei fumetti dell’epoca, Lee e Kirby hanno però una tale fretta d’inserire Destino nel fumetto che rimandano per due anni la narrazione della storia delle sue origini. Piuttosto che una debolezza, quest’aura di mistero e segretezza si rivela invece un volano inaspettato della popolarità del supercattivo. Tanto che in breve tempo assurge da nemesi ad arcinemesi del supergruppo eponimo della testata, finendo per modellarsi come il veleno perfetto per le loro capacità. Fino a superarli.
Se i Fantastici Quattro possiedono una torre, il Dottor Destino è il monarca dell’intera nazione di Latveria. In questo Stato fittizio, ispirato a quelli dell’Europa orientale, il dittatore inventa macchinari letali e ordisce le sue trame. Fino quasi al metafumetto. Sebbene infatti sia sempre destinato alla sconfitta per convenzione narrativa, Destino col tempo si modella persino in una sorta di antieroe, capace anche di aiutare i buoni nel raro caso in cui i suoi interessi machiavellici collimino con i loro. Questa duttilità – unita alla sua potenza e popolarità – gli permette ancora di aggirarsi frequentemente fra i vari albi della Marvel, mentre invece la testata dei Fantastici Quattro ha già subito una chiusura e da tempo procede a scossoni con dati di vendita evidentemente non entusiasmanti per l’editore. Che il pubblico preferisca un dittatore egoista e megalomane a una famiglia di superbuoni può intristire, ma non sorprendere. I fan abbondano anche per i colleghi di Destino nel mondo reale.
di Camillo Bosco
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