Ezio Guaitamacchi e Jessica Testa: «Nice To Rock You»
Un libro che racconta i numerosi incontri che hanno segnato pagine fondamentali della storia del rock, dando il via a epoche d’oro
Ezio Guaitamacchi e Jessica Testa: «Nice To Rock You»
Un libro che racconta i numerosi incontri che hanno segnato pagine fondamentali della storia del rock, dando il via a epoche d’oro
Ezio Guaitamacchi e Jessica Testa: «Nice To Rock You»
Un libro che racconta i numerosi incontri che hanno segnato pagine fondamentali della storia del rock, dando il via a epoche d’oro
Un libro che racconta i numerosi incontri che hanno segnato pagine fondamentali della storia del rock, dando il via a epoche d’oro
Poche cose possono cambiare il corso di una vita quanto un incontro prezioso: la svolta verso un futuro nuovo, la realizzazione di ciò che si è destinati a diventare. Nella storia del rock numerosi incontri hanno segnato pagine fondamentali, dando il via a epoche d’oro. A raccontarne una trentina ci pensa “Nice To Rock You”, edito da Hoepli e scritto dal decano del giornalismo musicale Ezio Guaitamacchi insieme ai giornalisti Jessica Testa e Leonardo Follieri.
Il libro esplora quei momenti cruciali in cui il destino ha intrecciato le vite di grandi protagonisti del rock. Da Jimmy Page e Robert Plant dei Led Zeppelin a David Gilmour e Syd Barrett dei Pink Floyd. Cambiando per sempre la storia della musica. Non si parla soltanto di artisti, però. «Volevamo raccontare storie che non fossero banali. Non ci siamo limitati agli incontri che hanno dato vita a collaborazioni musicali, gruppi o duetti. Abbiamo esplorato anche vicende che, secondo noi, hanno segnato momenti fondamentali nella storia della musica» spiega Guaitamacchi.
«Il sottotitolo parla di incontri che hanno fatto la storia e questo include non soltanto quelli tra artisti ma anche quelli con figure fondamentali come produttori, discografici o manager. La loro importanza è spesso pari, se non superiore, a quella degli artisti stessi. Pensiamo ai Beatles senza George Martin: cosa sarebbero stati? E i Nirvana? Sarebbero mai arrivati al successo senza l’amico che li ha introdotti nello studio di registrazione o senza la cassetta finita nelle mani giuste?».
Raccogliere tutto il materiale per raccontare questi incontri, spesso lontani nel tempo, non è stato facile ma si è rivelato sorprendente anche per gli autori: «Quando lavori a un libro, anche se pensi di conoscere tutto sull’argomento scopri sempre qualcosa di nuovo. È interessante perché ti permette di scrivere una storia ricca di riferimenti precisi ma anche di dettagli apparentemente banali, del tipo com’era vestito qualcuno in un dato giorno o di che umore fosse. Sono proprio questi dettagli a dare profondità alla narrazione. La vera sfida, però, era rendere il lavoro omogeneo dal punto di vista editoriale. Ogni autore ha uno stile personale, ma l’obiettivo era creare un libro coeso, senza che sembrasse una raccolta di articoli scollegati» aggiunge Guaitamacchi.
Dettagli che hanno contribuito anche ad avvicinare certi giganti a noi comuni mortali, come ci ha raccontato Jessica Testa: «Lavorare a questo libro mi ha aiutato a umanizzare i personaggi che abbiamo raccontato. Da fan tendiamo spesso a idealizzarli, come se fossero dèi dell’Olimpo. Ma ci dimentichiamo che anche loro hanno iniziato nelle camerette, che si sono conosciuti tra i banchi di scuola, condividendo passioni simili alle nostre: ascoltare dischi, suonare con gli amici, salire per la prima volta su un palco. Per me è stato un modo per riscoprire il lato umano di queste figure leggendarie».
Un elemento che arricchisce il libro sono le immagini, scelte con grande cura, non soltanto dei protagonisti ma anche dei luoghi dove si sono svolte le storie: «La scelta delle immagini aiuta i lettori a collocare un puntino nel grande disegno delle vite raccontate. È un modo per rendere il racconto più concreto, più vicino, quasi tangibile» osserva Testa. Infine, a completare l’esperienza, c’è un elemento interattivo: i QR code associati a ogni storia, che rimandano a una selezione di brani.
La colonna sonora ideale per immergersi nei racconti, tra brani iconici e meno noti: «La scelta delle canzoni è stata sempre strettamente legata al racconto. Spesso i testi coprono periodi cruciali, quelli della nascita di una band o di un artista prima che diventassero le rockstar che conosciamo. A volte si trattava di cover usate per i primi provini oppure di brani meno conosciuti, lontani dai grandi successi. Questo ci ha permesso di costruire una colonna sonora unica. Legata a quei momenti iniziali che hanno contribuito a formare i grandi nomi della musica» concludono gli autori.
Di Federico Arduini
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Tag: musica
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