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Giochi da tavolo senza più il tavolo

La rivoluzione dei giochi da tavolo presenti anche nel digitale: alta definizione e touch screen rendono le trasposizioni digitali di board game virtualmente perfette.
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Giochi da tavolo senza più il tavolo

La rivoluzione dei giochi da tavolo presenti anche nel digitale: alta definizione e touch screen rendono le trasposizioni digitali di board game virtualmente perfette.
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La rivoluzione dei giochi da tavolo presenti anche nel digitale: alta definizione e touch screen rendono le trasposizioni digitali di board game virtualmente perfette.
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La rivoluzione dei giochi da tavolo presenti anche nel digitale: alta definizione e touch screen rendono le trasposizioni digitali di board game virtualmente perfette.
Prima del boom dei videogame, i giochi che andavano per la maggiore erano quelli da tavolo (o di società, nell’accezione più generica; board game in inglese): veri e propri passatempi perfetti per le serate – specialmente quelle invernali o uggiose – in famiglia o con gli amici, fonti inesauribili di divertimento e talvolta di animate quanto accorate discussioni sull’interpretazione di una regola o sulla risoluzione di una partita. “Monopoli” (dal 2009 con la y finale al posto della i, anche da noi come nella versione originale), “Cluedo”, “Risiko” e “Scarabeo” – solo per citarne alcuni tra i più famosi in Italia – erano classici intramontabili tra i più noti e gettonati, ma in ogni negozio di giocattoli se ne potevano trovare sempre di nuovi e differenti, magari confezionati sulla licenza dell’ultima trasmissione televisiva o del franchise cinematografico più in voga del momento. Quando, negli anni Ottanta, cominciarono a diffondersi i primi home computer come il Commodore 64 o il Sinclair ZX Spectrum, iniziarono a essere realizzate pure delle versioni digitali dei giochi da tavolo più famosi, ma la tecnologia informatica era ancora talmente primitiva che gli esiti lasciavano fin troppo a desiderare sotto ogni punto di vista e il paragone con gli originali risultava davvero impietoso. Col nuovo millennio, però, le cose sono cambiate in modo sostanziale e oggi – oltre al fatto che molti giochi da tavolo si avvalgono di applicazioni digitali di supporto per le meccaniche delle partite – grazie all’alta definizione e ai touch screen anche su tablet e smartphone è possibile trovare delle trasposizioni digitali di board game virtualmente perfette. Anzi, la versione digitale di un gioco da tavolo, con buona pace degli irriducibili puristi nemici giurati della dematerializzazione, presenta degli indubbi vantaggi che la fanno in molti casi preferire rispetto alla sua controparte fisica: non occupa spazio, non si perde tempo per preparare la partita e sistemare poi il tutto alla fine, ha un prezzo di mercato inferiore, e soprattutto permette partite con altri giocatori a distanza grazie all’online. A quest’ultimo proposito, in uno degli aggiornamenti più recenti di “Monopoly” su smartphone, è stata addirittura integrata l’opzione di videochiamata per poter guardare in faccia gli altri partecipanti mentre si gioca. Tra le migliori uscite degli ultimi mesi in versione mobile spicca l’eccellente “A Game of Thrones: The Board Game Digital Edition”, che farà la felicità sia dei fan dell’arcinota epopea fantasy di George R.R. Martin che degli amanti dei giochi di strategia: alla guida di uno dei sei grandi casati del Continente Occidentale, si dovranno conquistare fama e territori combattendo sanguinose battaglie, stringendo fragili alleanze e sopravvivendo a pericolosi intrighi di potere per arrivare a sedersi trionfanti sul tanto agognato trono di spade. Nella versione digitale sono presenti delle avvincenti sfide che ripercorrono alcune tappe della saga permettendo pure a un singolo giocatore di potersi sollazzare, oltre alle schermaglie contro l’intelligenza artificiale che potrà simulare fino a cinque avversari contemporaneamente. La trasposizione digitale del gioco da tavolo supplisce così in modo provvidenziale all’unico insormontabile ostacolo della versione fisica: l’impossibilità di giocare in assenza di altri partecipanti.   di Piermarco Rosa

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