Il “Corriere dei piccoli” di Paola Lombroso
Se il “Corriere dei piccoli”, il giornale che ha accompagnato i bimbi italiani dal 1908 al 1995, ha avuto successo è solo grazie ad una donna, Paola Lombroso Carrara.
| Editoria
Il “Corriere dei piccoli” di Paola Lombroso
Se il “Corriere dei piccoli”, il giornale che ha accompagnato i bimbi italiani dal 1908 al 1995, ha avuto successo è solo grazie ad una donna, Paola Lombroso Carrara.
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Il “Corriere dei piccoli” di Paola Lombroso
Se il “Corriere dei piccoli”, il giornale che ha accompagnato i bimbi italiani dal 1908 al 1995, ha avuto successo è solo grazie ad una donna, Paola Lombroso Carrara.
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Se il “Corriere dei piccoli”, il giornale che ha accompagnato i bimbi italiani dal 1908 al 1995, ha avuto successo è solo grazie ad una donna, Paola Lombroso Carrara.
Se tante generazioni di bambini e ragazzi sono cresciute leggendo un giornale di qualità confezionato per loro – il “Corriere dei Piccoli” – il merito è di una donna. A ispirarne la realizzazione e a elaborarne il progetto è stata infatti Paola Lombroso Carrara, figlia del celebre antropologo e moglie di un medico suo allievo. S’interessa al mondo dell’infanzia fin da giovane: studia, pubblica saggi, scrive sui giornali, si occupa dell’istruzione dei bambini bisognosi.
Agli inizi del Novecento è accarezzata dall’idea di un foglio di larga diffusione destinato ai piccoli, ma non tutti la comprendono. Si rivolge per esempio al direttore del “Secolo” ma l’idea non lo convince. L’apprezza invece Luigi Albertini, sempre pronto ad accogliere il nuovo e a dare slancio al suo quotidiano.
Il primo numero del “Corriere dei Piccoli” esce in edicola il 27 dicembre 1908, con una tiratura di 80mila copie, come supplemento del “Corriere della Sera”. Ed è subito successo, destinato a crescere negli anni. Il giornale è un po’ diverso da come l’aveva immaginato Paola Lombroso Carrara che, di credo socialista, lo avrebbe voluto rivolgere ai bambini meno abbienti. Albertini lo destina invece ai figli della borghesia e ne affida la direzione a Silvio Spaventa Filippi, negandola proprio alla figlia di Cesare Lombroso (esterna alla redazione e donna), che cura solo una rubrica di corrispondenza con lo pseudonimo Zia Mariù.
Il “Corriere dei Piccoli” guarda alla stampa per l’infanzia statunitense che dà rilievo alle immagini. Non ancora pronto ad accogliere il fumetto, nel nuovo inserto del “Corriere” le illustrazioni sono accompagnate da una didascalia con distici a rima baciata e non dalla nuvoletta. Agli antenati del fumetto si alternano racconti, curiosità scientifiche, notizie: tutto ciò che può interessare e istruire i bambini. Animano così la fantasia dei piccoli alcuni personaggi come Fortunello, la Checca, Arcibaldo e Petronilla – apprezzati anche da Federico Fellini – ai quali si aggiunge il mitico Signor Bonaventura di Sergio Tofano.
L’Italia conosce le sofferenze di due guerre mondiali ma il “Corrierino” resiste e anzi moltiplica le sue tirature. Supera la crisi della concorrenza del fumetto, quando arriva nel nostro Paese, e si adegua sostituendolo alle illustrazioni ormai anacronistiche. Negli anni Sessanta e nei primi anni Settanta le tirature più alte sono quelle delle edizioni dirette da Guglielmo Zucconi e Carlo Triberti. Alcuni suoi fumetti vengono importati dall’estero, altri sono invece nostrani e tutti di qualità: i Puffi, Lucky Luke, le vignette di Jacovitti, Sturmtruppen di Bonvi, la Pimpa di Altan. Tra i suoi collaboratori il “Corriere dei Piccoli” annovera Dino Buzzati (che vi pubblica “La famosa invasione degli orsi in Sicilia”), Italo Calvino (che firma le novelle di Marcovaldo) e Gianni Rodari (celebri i suoi racconti con tre finali diversi).
Negli anni Ottanta il giornale inizia a perdere progressivamente smalto per poi cessare le pubblicazioni nel 1995. E Paola Lombroso Carrara? Morirà dimenticata nel 1954 dopo avere sofferto, a causa delle sue origini ebraiche, la persecuzione fascista.
di Antonino Cangemi
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