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Morto il produttore delle maghette Pierrot. Segnò un’epoca

Yuji Nunokawa è scomparso improvvisamente a 75 anni a casa sua. Una vita dedicata agli anime, di cui è stato uno dei principali esponenti. I suoi personaggi hanno segnato un’epoca e incantato miliardi di bambini nel mondo, generazione dopo generazione
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Morto il produttore delle maghette Pierrot. Segnò un’epoca

Yuji Nunokawa è scomparso improvvisamente a 75 anni a casa sua. Una vita dedicata agli anime, di cui è stato uno dei principali esponenti. I suoi personaggi hanno segnato un’epoca e incantato miliardi di bambini nel mondo, generazione dopo generazione
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Morto il produttore delle maghette Pierrot. Segnò un’epoca

Yuji Nunokawa è scomparso improvvisamente a 75 anni a casa sua. Una vita dedicata agli anime, di cui è stato uno dei principali esponenti. I suoi personaggi hanno segnato un’epoca e incantato miliardi di bambini nel mondo, generazione dopo generazione
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Yuji Nunokawa è scomparso improvvisamente a 75 anni a casa sua. Una vita dedicata agli anime, di cui è stato uno dei principali esponenti. I suoi personaggi hanno segnato un’epoca e incantato miliardi di bambini nel mondo, generazione dopo generazione
Se ne è andato in sordina, come spesso capita a chi lascia questa Terra il 25 dicembre, uno di quei pochi giorni in cui le redazioni dei giornali restano chiuse. Ma Yuji Nunokawa, con il suo genio, ha donato troppo a miliardi di persone di tutto il mondo perché il sipario, su di lui, si chiuda nell’oblio. Un nome che ai più non dirà nulla ma basta citare alcune delle sue produzioni più famose perché le generazioni di oggi e di ieri lo ricordino con affetto e gratitudine: “Lamù, la ragazza dello spazio” che con il suo costumino tigrato e quella sua aria stralunata ha fatto battere per la prima volta il cuore di tanti bambini; “L’incantevole Creamy”, la più famosa delle maghette dello Studio Pierrot – così si chiama la casa di produzione da lui fondata nel 1979, con sede a Mitaka, a 31 km da Tokyo, e oggi meta di pellegrinaggio di migliaia di appassionati delle majokko (il genere letterario delle ragazze magiche: sempre sue “Magica Emi”, “Evelyn”, “Sandy dai mille colori” e anche la loro versione al maschile di “E’ quasi magia Johnny”. E poi il gattone “Doraemon”, “La signora Minù” fino al più recente “Naruto”). La lista sarebbe ancora lunghissima ma questi titoli sono più che sufficienti per realizzare che l’altro giorno se ne è andato non un semplice disegnatore e produttore ma colui che senza esagerare potremmo definire il Walt Disney giapponese Ancora oggi, la mattina sulle reti Mediaset, vengono trasmessi gli stessi cartoni che negli anni ‘80 hanno scandito i pomeriggi di milioni di bambini. Un decennio favoloso che ha segnato un prima e un dopo nel mondo degli anime giapponesi.  Gli anni in cui molte mamme andavano già a lavorare, di quando i figli si lasciavano ancora ai vicini come scambio di cortesie, gli anni delle prime merendine del Mulino Bianco anche loro raccontate attraverso i cartoni (ricorderete il piccolo mugnaio innamorato della sua Clementina?). Un periodo irripetibile in cui la produzione di cartoni animati è stata straordinaria e ha visto il Giappone primeggiare nel mondo, rubando una grossa fetta di mercato da una torta che fino ad allora aveva avuto un unico commensale: gli Stati Uniti. Una “guerra” milionaria in cui si usava ancora la matita e si dipingeva a mano (alcune tavole delle scene più clou valgono decine di migliaia di euro). I cartoni erano così seguiti da andare in onda all’ora di cena, a fare da traino alla prima serata che allora cominciava ancora a un orario decente. Non sorprende che il merchandising legato ai personaggi tv nasca proprio in quel periodo: album di figurine, giocattoli, partnership con le sopracitate aziende di merendine. Il mondo scopre per la prima volta un nuovo profilo di consumatori prima di allora inesplorato: i bambini.  E i loro genitori, in pieno boom economico, sono pronti a tutto pur di dargli quello che loro non hanno avuto. Ecco che le figurine dell’incantevole Creamy finiscono nei tappi della polvere di cacao Sprint e poi nei formaggini Susanna. Scoppia la caccia. Una mania che continua ancora oggi. Sui social network, per esempio, dove abbondano i gruppi di fan delle maghette di Nunokawa: si radunano, si vestono come loro, si scambiano oggetti con appassionati di tutto il mondo – dal Brasile al Regno Unito –  e vantano collezioni di oggettistica che superano i 50mila euro. Hanno passato i 40 e la mattina si incantano su Italia Uno insieme ai loro figli. Li riconosci perché arrivano a scuola sempre un po’ in ritardo.

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