Arriva la pubblicità su Netflix, confermato il comico transfobico
| Editoria
Rivoluzione in casa Netflix: fuori il politically correct, dentro la pubblicità. La piattaforma californiana prova a recuperare la perdita di utenti anche con videogame e live streaming.

Arriva la pubblicità su Netflix, confermato il comico transfobico
Rivoluzione in casa Netflix: fuori il politically correct, dentro la pubblicità. La piattaforma californiana prova a recuperare la perdita di utenti anche con videogame e live streaming.
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Arriva la pubblicità su Netflix, confermato il comico transfobico
Rivoluzione in casa Netflix: fuori il politically correct, dentro la pubblicità. La piattaforma californiana prova a recuperare la perdita di utenti anche con videogame e live streaming.
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«Se non vi piace quel che fate, la porta è aperta». La formula utilizzata da Netflix per i suoi dipendenti è stata meno diretta ma la sostanza è quella: il gigante dello streaming invita all’uscita quei dipendenti che ritengono offensivi i contenuti della piattaforma. Riviste le linee guida a proposito dell’espressione artistica, niente più cancel culture e spazio anche ai programmi provocatori.
Apertura a un pubblico più vasto, assieme a impegno su videogame e live streaming: così Netflix prova a suturare la perdita di utenti dell’ultimo trimestre (il primo passo indietro in dieci anni) che spinge la piattaforma californiana a inserire entro il 2022 gli spot pubblicitari durante i programmi (con calo del costo degli abbonamenti) oltre che a una politica restrittiva (legalmente non consentita) sul passamano delle password fra abbonati. Il primo segnale sul nuovo corso di Netflix si è avuto in autunno con la conferma dello show “The Closer” del comico dalle battute transfobiche Dave Chappelle (inviso alla comunità lgbt) e che ha portato per strada i dipendenti dell’app a chiederne la chiusura. Netflix ha pure firmato con Chappelle per altri quattro speciali nel 2022.
Insomma, sarà solo il pubblico a emettere giudizi. Il cambio di rotta di Netflix ha incassato l’approvazione di Elon Musk (che nel frattempo subordina l’acquisto di Twitter al chiarimento sul numero di account fasulli, altra mossa per far scendere il prezzo), che aveva definito «inguardabile» Netflix per la sua ricerca del politically correct.
di Nicola Sellitti
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