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Valentina Fontana di Vis Factor

“Siamo stati bravi pionieri”, parla Valentina Fontana di Vis Factor

“Parola ai comunicatori”: oggi parliamo con Valentina Fontana, founder di Vis Factor e attiva nel mondo della comunicazione a 360°
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“Siamo stati bravi pionieri”, parla Valentina Fontana di Vis Factor

“Parola ai comunicatori”: oggi parliamo con Valentina Fontana, founder di Vis Factor e attiva nel mondo della comunicazione a 360°
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“Siamo stati bravi pionieri”, parla Valentina Fontana di Vis Factor

“Parola ai comunicatori”: oggi parliamo con Valentina Fontana, founder di Vis Factor e attiva nel mondo della comunicazione a 360°
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“Parola ai comunicatori”: oggi parliamo con Valentina Fontana, founder di Vis Factor e attiva nel mondo della comunicazione a 360°
Nel mondo della comunicazione, sono spesso la creatività e la sperimentazione a fare la differenza. Da soli come in gruppo. Valentina Fontana è una donna che ha sperimentato la comunicazione in tutte le sue forme: dai primi passi come giornalista per diversi quotidiani alla specializzazione in comunicazione strategica per aziende, istituzioni e associazioni. Un cantiere di idee che abbiamo provato a mettere in fila intervistandola per il format “Parola ai comunicatori”. Valentina, sei founder e ad di Vis Factor che si propone come “un luogo dove si uniscono visione, metodo, analisi e strategia”. Qual è la storia e come si coniugano concretamente nel vostro lavoro questi quattro elementi? Abbiamo unito due esperienze. La mia, decennale in Visverbi, in cui abbiamo portato un’impostazione nuova nell’approccio al mondo giornalistico e dell’informazione che poi si è evoluta in un laboratorio di comunicazione, produzione di contenuti e posizionamento strategico, e quella di Spin Factor, che in pochissimi anni si è imposta come una tra le prime realtà in Italia nella consulenza politica e istituzionale, con particolare attenzione alla comunicazione digitale. La prima intuizione di questo nuovo modello cui abbiamo lavorato sinergicamente è stata Human, una delle prime piattaforme di web e social listening sviluppate in Italia, da sviluppatori italiani, con algoritmo a base semantica italiana. Oggi vediamo che altri ci seguono su questa strada. Bene, vuol dire che siamo stati buoni pionieri.   Nel 2013 entri socia dell’agenzia milanese Visverbi con un focus particolare sul management dei giornalisti. Come navigare e far navigare le aziende e i giornalisti nel mare magnum dell’informazione di oggi? Ho sempre lavorato nel mondo dell’informazione, prima come giornalista, poi come consulente e imprenditrice, cercando di portare nuovi modelli di comunicazione. Così con Visverbi siamo stati i primi nella gestione e posizionamento dei giornalisti e delle professioni legate al mondo dell’informazione, integrando poi l’approccio e il modello ad aziende e istituzioni, lavorando sulla reputazione delle persone. Il contenuto e il fattore umano sono per me il primo soggetto e oggetto di comunicazione con cui posizionare un brand, sia esso realtà pubblica o privata. E così ora in Vis Factor stiamo andando oltre lavorando alla creazione di un nuovo modello che unisca la ricerca neuroscientifica applicata alla comunicazione.   Informazione ma anche disinformazione: si è appena conclusa la rassegna “Sorrento d’Autore”, nata dal tuo progetto culturale D’Autore che negli anni ha visto rassegne in luoghi esclusivi come Ponza, Capri, lago di Garda e Liguria. Si è parlato tanto anche di fake news: quanto e in che modo incide il loro peso sull’informazione e sul lavoro dei singoli (giornalisti e non)? Sulle fake news ormai si potrebbe fare letteratura. Al di là del “verbo per tutti” il vero pericolo è la loro strumentalizzazione strategica per cui diventano un vero modello di informazione, o meglio disinformazione. In qualsiasi settore politico e non, le fake news sono reali prodotti di consenso che vengono veicolate a seconda degli interessi di chi da dietro le muove. Così a Sorrento D’Autore abbiamo cercato di entrare in questa forma di barbaria informativa per sondare i danni culturali che produce a livello di massa. Lo abbiamo fatto con il neo-procuratore di Napoli Nicola Gratteri, il direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti, il professore e ricercatore Matteo Bassetti, don Patriciello e tanti altri amici che si sono confrontati smascherando le grandi bugie che, per interessi economici e di sistema, rovinano il nostro Paese e la nostra vita.   Sei molto attiva anche in progetti di digital transformation: cos’è per la cultura digitale? Ho lavorato per parecchi anni con Davide Casaleggio. Assieme abbiamo ideato diversi progetti legati alla visione del padre Gianroberto, sperimentando concretamente il pensiero digitale. E proprio e solo dal pensare digitale che può avvenire una trasformazione culturale. Quando inizieremo a non farci più domande su cosa sia la digital tranformation vorrà dire che sarà acquisito come concetto culturale. Per questo la scelta di Vis Factor – sia a livello di team che di clienti e progettualità – ha l’obiettivo di contribuire a questa consapevolezza.   Quali sono le caratteristiche imprescindibili per un comunicatore oggi? Quali sono le tendenze della comunicazione che vedremo sempre più forti nei prossimi anni? Non credo ci siano caratteristiche imprescindibili per essere un comunicatore. In VisFactor, col mio socio Tiberio Brunetti, abbiamo puntato molto su un modello che partisse dall’analisi dai dati oggettivi e dall’osservazione empirica e che poi approdasse a un momento fondamentale di studio e riflessione. Applichiamo un modello cognitivo: tra stimolo e risposta è l’elaborazione a fare la differenza. Da qui partono le connessioni che a satellite sono al centro dei nostri progetti. La base per chi vuole fare consulenza strategica in questo mondo è proprio la capacità di analisi e la velocità di connessione intellettuale, creativa e relazionale. Per quanto riguarda le nuove tendenze nel nostro settore, al di là del tam tam sulla necessità di sviluppo e formazione digitale e sull’utilizzo del metodo scientifico che ormai sono fattori culturali, la vera tendenza in mezzo alla velocità sempre più assoluta di utilizzo di nuovi strumenti della comunicazione, è mantenere unicità nel modello, integrando sapientemente talenti e innovazione. di Raffaela Mercurio

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