Adidas e Willy Chavarria. Quando ammettere un errore diventa atto politico
Il mondo della moda corre sul filo sottile che separa il trarre ispirazione da culture differenti dall’appropriarsi irrispettosamente dei propri simboli. L’ultimo scandalo di cronaca in merito riguarda Adidas e lo stilista messicano-americano Willy Chavarria

Adidas e Willy Chavarria. Quando ammettere un errore diventa atto politico
Il mondo della moda corre sul filo sottile che separa il trarre ispirazione da culture differenti dall’appropriarsi irrispettosamente dei propri simboli. L’ultimo scandalo di cronaca in merito riguarda Adidas e lo stilista messicano-americano Willy Chavarria
Adidas e Willy Chavarria. Quando ammettere un errore diventa atto politico
Il mondo della moda corre sul filo sottile che separa il trarre ispirazione da culture differenti dall’appropriarsi irrispettosamente dei propri simboli. L’ultimo scandalo di cronaca in merito riguarda Adidas e lo stilista messicano-americano Willy Chavarria
Il mondo della moda corre sul filo sottile che separa il trarre ispirazione da culture differenti dall’appropriarsi irrispettosamente dei propri simboli. Stilisti e brand assimilano concept, tradizioni e codici di culture lontane, trasformandoli in tendenze globali: non sempre però compiono questo processo con umiltà o consapevolezza. L’ultimo scandalo di cronaca in merito riguarda Adidas e lo stilista messicano-americano Willy Chavarria. Al centro delle polemiche che ne hanno coinvolto le case di moda, una sneaker ispirata alle huaraches, i sandali tradizionali messicani, profondamente radicati nella storia, nell’identità e nel lavoro artigianale di intere comunità locali.
Le huaraches non sono semplici scarpe
Le huaraches non sono semplici scarpe. Le loro origini risalgono alle comunità indigene del Messico centrale e meridionale, dove venivano intrecciate a mano con cuoio grezzo o fibre naturali. Ogni loro intreccio racconta una storia che ne indica provenienza o gruppo di appartenenza. Ancora oggi, in regioni come Michoacán e Jalisco, famiglie di artigiani ne tramandano le tecniche di fabbricazione, traendo reddito ed orgoglio da un lavoro che richiede dedizione.
Col tempo i sandali son stati adottati dalle comunità migranti messicane e chicane negli Stati Uniti, fino a diventarne icona identitaria. Quando un brand come Adidas decide di reinterpretare le huaraches, il rischio è che ne riduca la storia a mero fattore estetico. Sminuendo l’impegno di chi le abbia create. Le critiche rispetto alla scelta di Adidas e Chavarria non si sono fatte attendere. Le autorità messicane hanno evidenziato come il loro tipo di operazioni possa detrarre reddito e visibilità agli artigiani locali.
Willy Chavarria ha ammesso pubblicamente l’errore
Il caso merita un’analisi approfondita non solo per l’essenza dello scandalo che ha scatenato, quanto per la risposta giunta da Chavarria in merito allo stesso. Egli ha ammesso pubblicamente l’errore, riconoscendo il valore culturale delle huaraches e l’importanza di non svuotarne il significato.
La sua non è stata una mera difesa di immagine, piuttosto un gesto politico responsabile e raro nel mondo della moda. Il confronto con il passato è inevitabile: brand come Gucci, Marc Jacobs, Dior e Victoria’s Secret vennero accusati di essersi appropriati di modelli di cultura, simboli, motivi e tradizioni di alcune etnie, trasformandoli in brand, senza rispettare il lavoro di chi ne custodisse il valore.
Con Adidas–Chavarria, invece, la linea comunicativa è stata diversa: la vicenda non ha risolto il problema dell’appropriazione culturale, ancora diffusa. Tuttavia, ha dimostrato come lo scambio culturale possa sostituire l’arrogante appropriazione ed in che modo riconoscere il valore della diversità non indebolisca un brand, ma ne rafforzi l’etica.
Willy Chavarria ha dimostrato che pure nel fashion system si possa trasformare la critica in occasione di crescita, ritenendo l’ammissione di colpa non testimonianza di debolezza, quanto dimostrazione di rispetto e validazione.
di Serena Parascandolo
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