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Armani, re (vero) del Made in Italy

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Armani, re (vero) del Made in Italy. Eleganza e bellezza che gli sopravviveranno sono oggi la sua legacy e un patrimonio nazionale

Armani

Armani, re (vero) del Made in Italy

Armani, re (vero) del Made in Italy. Eleganza e bellezza che gli sopravviveranno sono oggi la sua legacy e un patrimonio nazionale

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Armani, re (vero) del Made in Italy

Armani, re (vero) del Made in Italy. Eleganza e bellezza che gli sopravviveranno sono oggi la sua legacy e un patrimonio nazionale

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Giorgio Armani resterà. Nelle sue creazioni, in uno stile inimitabile, in un’idea di eleganza e bellezza che gli sopravviveranno e sono oggi la legacy dell’uomo e un patrimonio nazionale.

Ecco, questo vorremmo concentrarci proprio sulla cura – ma preferiamo scrivere “amore” – che Giorgio Armani ha dimostrato di riservare al suo Paese. È stato un grande italiano, anche per quanto disposto con il testamento reso pubblico quarantott’ore fa.

Armani ha riconosciuto, nel documento depositato dal notaio, la necessità di disegnare il futuro industriale del gruppo da lui fondato. Non escludendo – anzi, programmando – la cessione o la quotazione in Borsa. Due scelte sempre escluse in vita. Tutto questo, attraverso un rigido disegno di divisione delle quote azionarie che consentirà al successore, il compagno Leo Dall’Orco, di guidare la transizione e lo sviluppo del marchio.

Poi, un particolare che non ha una motivazione finanziariamente conveniente: il divieto di spostamento della sede legale fuori dall’Italia. Una disposizione che può essere motivata solo da quell’amore di cui scrivevamo per il Paese, la sua città, il nostro straordinario contributo a una storia di eleganza e successo imprenditoriale. La Giorgio Armani potrà lasciare Milano ma non i nostri confini.
Sarebbe troppo facile fare l’elenco dei gruppi italiani che hanno scelto in modo opposto, per ragioni non legate solo al fisco ma anche – per esempio – alle diverse e più convenienti norme di diritto societario.
Giorgio Armani ha scelto in vita di identificare il suo straordinario brand con Milano. Ora che non c’è più, le decisioni fondamentali sul futuro andranno prese in Italia.

Quanto all’ipotesi di fusione o cessione, sono state indicate nel testamento le tre ipotesi: i due colossi Lvmh e l’Oreal e l’italiana EssilorLuxottica, di cui Armani detiene il 2%. Non possiamo saperlo, ma vogliamo credere che la sua preferenza andasse al gruppo fondato dall’antico amico Leonardo Del Vecchio.

Di Fulvio Giuliani

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