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Raccontare il fascino su Instagram, parla Mattia Boffi Valgussa

Rimase folgorato dal fascino di lady Diana nel 1997: anni dopo, Mattia Boffi Valgussa ha dato vita alla pagina Instagram “Le più affascinanti di Milano”
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Raccontare il fascino su Instagram, parla Mattia Boffi Valgussa

Rimase folgorato dal fascino di lady Diana nel 1997: anni dopo, Mattia Boffi Valgussa ha dato vita alla pagina Instagram “Le più affascinanti di Milano”
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Raccontare il fascino su Instagram, parla Mattia Boffi Valgussa

Rimase folgorato dal fascino di lady Diana nel 1997: anni dopo, Mattia Boffi Valgussa ha dato vita alla pagina Instagram “Le più affascinanti di Milano”
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Rimase folgorato dal fascino di lady Diana nel 1997: anni dopo, Mattia Boffi Valgussa ha dato vita alla pagina Instagram “Le più affascinanti di Milano”
Era il 22 luglio 1997 quando nel Duomo di Milano furono celebrati i funerali di Gianni Versace e tutto il jet set internazionale accorse per rendere omaggio al genio della moda assassinato a Miami. Tra gli illustri convenuti c’era anche una lady Diana all’apice della sua bellezza ed è proprio in quell’occasione che il giovane milanese Mattia Boffi Valgussa rimase folgorato dal suo fascino. Non dalla bellezza, attenzione, ma da quell’aurea misteriosa che alcune persone riescono a infondere. Per lui quell’essenza resta qualcosa di irresistibile, tanto da aver deciso di parlare di fascino ed eleganza in una modalità completamente inedita: dando vita alla pagina Instagram “Le più affascinanti di Milano”, ha unito la modernità del mezzo di comunicazione a contenuti di altri tempi. Com’è possibile fare del culto del fascino una professione? Glielo chiediamo mentre lo incontriamo per un tè in un affascinante (neanche a dirlo) locale di Milano sito all’interno di Palazzo Reale. «Tutto è iniziato qualche anno fa, quando ero malato di leucemia. Come si può ben immaginare, il periodo non è stato dei più semplici. Per distrarmi un po’ e avere un minimo di sollievo, ho aperto il mio blog per iniziare a raccontare ciò che conoscevo bene, ovvero le signore di Milano. Da quando ho memoria, ricordo di essere sempre stato colpito dal loro fascino. Lavoravo in una prestigiosa sartoria e quindi mi occupavo di vestire le mie clienti per le più importanti occasioni. Ho avuto il privilegio di conoscere donne di grandissima eleganza». Dal fascino delle sciure milanesi alle famiglie coronate è un attimo, tanto da avere oggi su “Vogue Italia” una rubrica a loro dedicata. «Il mio lavoro è la mia passione» spiega Boffi Valgussa. «Mai avrei immaginato di riuscire a vivere di questo, ma ho scoperto che eleganza e fascino suscitano un grandissimo interesse. Io non faccio altro che raccontare. Devo tutto a quel periodo tremendo della malattia: dover sopravvivere in quel contesto di sofferenza mi ha obbligato a cercare il bello e spinto a raccontare quel che mi faceva sognare». In Mattia colpisce l’abilità con la quale è riuscito a comunicare tematiche che appartengono a un’altra generazione. «La regina Elisabetta è stata una donna inarrivabile, un’icona. Perfetta in tutto. Devo dire che anche Camilla (moglie di re Carlo d’Inghilterra, ndr.) con l’età ha acquisito fascino. Quest’ultimo fa parte dell’allure delle nobildonne che abitano nelle campagne inglesi». Non possiamo quindi non chiedergli cosa pensi della docu-serie “Harry & Meghan” prodotta da Netflix: «Molte cose non mi tornano, come per esempio il fatto che la Markle si sia trovata da sola senza nessuno che le spiegasse il protocollo della casa reale. Trovo poi irrispettosa nei confronti della regina Elisabetta la parte che si riferisce al Commonwealth, perché nel corso del suo regno vi ha dedicato molte energie. Infine, il duca di Sussex e consorte sanno benissimo che il Palazzo reale non risponderà mai, quindi penso che quella da loro posta sia una questione sterile e di pura visibilità». Gli chiediamo infine cosa sia il fascino. «Ci sono persone di una semplicità complessa, non per forza belle e giovani. Le riconosci perché emanano eleganza senza mai apparire» risponde. «Davvero, è un insieme impercettibile di elementi che spingono tutti a un’evidente e oggettiva constatazione. Probabilmente è soltanto per esigenza di comodità e sintesi che si è deciso di chiamarlo fascino». Di Renata Sortino

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