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Settimana della moda Milano: moda fluida come la società

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Un elemento che caratterizza questa settimana della moda milanese è che i capi disegnati dai grandi stilisti sono un inno alla fluidità.
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Settimana della moda Milano: moda fluida come la società

Un elemento che caratterizza questa settimana della moda milanese è che i capi disegnati dai grandi stilisti sono un inno alla fluidità.
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Settimana della moda Milano: moda fluida come la società

Un elemento che caratterizza questa settimana della moda milanese è che i capi disegnati dai grandi stilisti sono un inno alla fluidità.
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La settimana della moda a Milano fa da termometro sullo stato di salute di un comparto che molto aveva sofferto in pandemia e che adesso torna a fiorire: lo si vede dal numero di eventi e dall’afflusso di persone, lo si capisce anche dai numeri. Secondo l’ufficio studi della Camera di Commercio per i produttori di Milano, Lodi e la Brianza nei primi sei mesi di quest’anno l’export è cresciuto del 31% rispetto allo stesso periodo del 2021, con un giro d’affari di oltre 5 miliardi di euro. Cifre di cui gioire, visto che nel solo capoluogo lombardo ci sono oltre 10mila imprese attive.

La moda italiana può vantare eccellenze che non hanno pari nel mondo. In questi giorni si è anche fatta “democratica”: in genere assistere alle sfilate è un privilegio per pochi; diversi brand hanno invece scelto di rivolgersi direttamente al pubblico e sono stati largamente premiati. All’evento di Diesel c’erano oltre 4mila persone mentre per i 70 anni di Moncler si attende il pienone per la festa in Piazza Duomo. Segno che va riducendosi la distanza fra l’universo patinato e la gente comune.

Questa tendenza traspare anche dalle passerelle. Anche se è vero che quanto indossato da modelle e modelli non finisce poi nelle vetrine delle boutique, un elemento che caratterizza questa settimana della moda milanese è che i capi disegnati dai grandi stilisti sono un inno alla fluidità. Quella di cui tanto si parla, la fine della distinzione di genere in favore di identità che sono definite più dalla personalità che non dal sesso. I nuovi capi rispondono a questa esigenza di far cadere etichette e barriere; ciò che viene indossato è pensato per valorizzare tutti i tipi di fisicità. D’altronde da anni l’universo dell’alta moda ha dovuto rispondere alle richieste di una società che cambia: era cominciato tutto con la fine delle “taglie zero” in passerella e con le prime modelle curvy a sfilare per i brand più prestigiosi. Adesso che il tema curve appare sdoganato, è il momento del gender fluid.

Comunque la si pensi, è fondamentale che un settore che rappresenta le icone della bellezza e dell’eleganza sia connesso con le esigenze e i cambiamenti del mondo ‘normale’. La capacità di innovare e di immaginare il futuro verso cui la società si muove è oggi una chiave necessaria per il successo, anche a livello internazionale. Con il conforto di un mercato che è tornato a macinare numeri, ci sono tutte le premesse per un avvenire all’altezza del nostro glorioso passato.

di Annalisa Grandi

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