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Fare i no-vax giocando sulla pelle dei più fragili

La vaccinazione non è un fatto solo di libertà individuale, ma un fatto collettivo dove la scelta del singolo impatta sulla vita degli altri individui. Sembra non l’abbiano ancora capito i non vaccinati per scelta, quelli che “giocano” a finire in ospedale.
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Fare i no-vax giocando sulla pelle dei più fragili

La vaccinazione non è un fatto solo di libertà individuale, ma un fatto collettivo dove la scelta del singolo impatta sulla vita degli altri individui. Sembra non l’abbiano ancora capito i non vaccinati per scelta, quelli che “giocano” a finire in ospedale.
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Fare i no-vax giocando sulla pelle dei più fragili

La vaccinazione non è un fatto solo di libertà individuale, ma un fatto collettivo dove la scelta del singolo impatta sulla vita degli altri individui. Sembra non l’abbiano ancora capito i non vaccinati per scelta, quelli che “giocano” a finire in ospedale.
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La vaccinazione non è un fatto solo di libertà individuale, ma un fatto collettivo dove la scelta del singolo impatta sulla vita degli altri individui. Sembra non l’abbiano ancora capito i non vaccinati per scelta, quelli che “giocano” a finire in ospedale.
Chi pensa ai fragili in pandemia? Certo se ne fregano i non vaccinati per scelta. Quelli che si sentono novelli Braveheart (mostrando cosa possa essere la bancarotta intellettuale in questo millennio) e non comprendono cosa significhi vivere in società (perché noi viviamo in comunità e non su isole deserte dove ogni singola scelta non impatta sugli altri). Gente che ‘gioca’ a finire in ospedale, a mettere violentemente a rischio la vita di altre persone deboli (che non possono vaccinarsi) e che così facendo sceglie di agevolare l’epidemia danneggiando pure chi dovrebbe curarsi da malattie che non ha scelto di avere.

La grandissima parte dei ricoverati negli ospedali non ha fatto il vaccino e i suoi richiami. Chi non lo ha voluto fare, se fosse stato meno egoista e irrazionale ora starebbe più sicuro e avremmo pure un minor spreco di risorse pubbliche.

Intanto si aggravano le criticità della situazione sanitaria del nostro Paese, alle prese con l’emergenza delle cure mancate a causa della pandemia. Certo il sistema terrebbe meglio se non ci fossero non vaccinati ad aumentare i rischi anche di chiusure per tutti. Proprio perché il vaccino non garantisce l’immortalità, dobbiamo vaccinarci tutti: il virus circolerà meno e saranno protetti anche quelli che il vaccino non lo possono fare (meno fortunati di noi). Lo facciamo anche per le persone più deboli, per impedire al massimo la circolazione del Covid nelle comunità dove viviamo (a casa e in azienda). Chi di noi non ha (o ha avuto) un parente alle prese con cure oncologiche? Un amico con patologie gravi e immunodepresso che corre extra rischi e ha bisogno di cure quotidiane che non si possono rimandare? Libertà è responsabilità. O non è. Mises insegnava che «nella misura in cui un individuo agisce come membro di una società, ognuno di noi dipende dagli altri più di quanto gli altri dipendano da noi. Ciò è quel che intendiamo per libertà esterna. È l’adattamento degli individui all’interno di una rete di necessità sociali, che da una parte implica la limitazione della libertà dell’individuo nei confronti del prossimo e dall’altra impone la limitazione della libertà altrui nei confronti dell’individuo». Chi si vaccina (come sta facendo la grandissima parte di italiani) protegge sé stesso e le persone più vulnerabili.

Il rischio zero non esiste ma abbiamo lo strumento per proteggerci.

Usciamo dalla bolla ideologica almeno in pandemia? La vaccinazione non è un fatto solo di libertà individuale come molti erroneamente sostengono, ma è un fatto collettivo dove la scelta del singolo impatta – sino a metterla a repentaglio – sulla vita degli altri individui. E l’orda illiberale e irrazionale di chi dà del fascista a chiunque accenni a misure temperate e temporanee a tutela della salute testimonia che da noi anche la difesa delle libertà finisce in penosa caciara social da ultras.

Per quanto ancora faranno i free rider con le Icu (Intensive care unit) degli altri?

Questa pandemia sarà un’altra pagina selettiva dell’evoluzionismo umano. Anche chi nasce nel mondo occidentale viene al mondo con gli stessi bias che per millenni non hanno favorito la creazione di efficienti economie di scambio. Per formare persone adatte al funzionamento e allo sviluppo delle nostre società complesse, ‘costringiamo’ i giovani a studiare e acquisire capacità controintuitive per tenere sotto controllo i bias cognitivi. E infatti la scuola, l’università, l’insegnamento della statistica e la comprensione delle probabilità svolgono un ruolo cruciale. Quando vengono meno, le conseguenze si vedono. Con adulti che interpretano il mondo con cervelli poveri e binari, perdendo la capacità di fare analisi complesse in termini di rischio calcolato e probabilità misurate.   Di Antonluca Cuoco

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